Referendum: vince il sì
Vittorie per il Sì al referendum per una maggiore autonomia sia in Veneto (con percentuali più alte) che in Lombardia. Adesso, pur non essendo un parere vincolante, si apre un tavolo politico con il Governo
Vittoria del sì ai referendum per l'autonomia in Lombardia e Veneto. Un risultato che fa esultare la Lega Nord, nonostante i dati evidenzino una netta affermazione nella regione guidata da Luca Zaia rispetto alla Lombardia presieduta da Roberto Maroni, e da sempre 'cuore' del Carroccio (60% contro 40% sull'affluenza). Esulta anche il Movimento Cinque Stelle da sempre sostenitore della democrazia diretta. Sul piede di guerra invece il Partito Democratico che però in Veneto ha sostenuto il Referendum.
"Mi ero posto prudenzialmente la soglia del 34% : è ampiamente superata". Così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha commentato l’esito del referendum per l’autonomia. "Tre milioni i lombardi sono andati alle urne: il 95% di loro ha detto sì a più autonomia. Solo il 3 per cento di chi ha votato ha detto no".
Il giudizio dell'opposizione. Il consigliere regionale del Patto Civico Michele Busi non cambia la valutazione sullo strumento “inutile” del Referendum: “Da domani Maroni dovrà fare quello che poteva fare anni fa. Ha voluto un plebiscito, ma non c’è stato. Paradossalmente questo potrebbe indebolire le ragioni dell’autonomia. Era meglio andare avanti subito compatti come consiglio regionale. È stata una strategia molto politica e poco attenta ai contenuti. Adesso speriamo di recuperare il tempo perso”. Sulla differente affluenza tra il Veneto e Lombardia, Busi spiega che “sono sensibilità diverse. Il Veneto ha una tradizione maggiore di richieste di autonomia, mentre la Lombardia è strutturata in maniera diversa. In Veneto il quorum ha spinto maggiormente ad andare a votare”. In Consiglio regionale si preannuncia, comunque, un clima teso. “Chiederemo come mai sono stati sprecati questi soldi visto che si poteva partire prima. Ho qualche perplessità sulla modalità della votazione che non ha funzionato del tutto se i dati sono arrivati prima in Veneto che ha votato con il sistema tradizionale”. Il messaggio finale del Referendum è “che queste Regioni vogliono poter gestire meglio le risorse. Lo slogan della regione a statuto speciale non ha nulla a che fare con il Referendum”. Sul tavolo, quindi, un discorso più ampio sull’autonomia. “La Lombardia chiede più autonomia ma spero che la Regione dia più autonomia anche agli enti locali. Giusto chiedere più autonomia ma a tutti i livelli”.
In entrambe le regioni i cittadini sono stati chiamati a esprimersi sul cosiddetto "regionalismo differenziato", ossia la possibilità, per le Regioni a statuto ordinario di vedersi attribuite "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia" (come recita l'Articolo 116 della Costituzione) in alcune materie indicate nel successivo Articolo 117.
Con la vittoria del Sì, le Regioni potrebbero chiedere al governo centrale di avviare una trattativa per ottenere maggiori competenze nelle venti materie concorrenti (tra queste spiccano il coordinamento della finanza pubblica e tributario, lavoro, energia, infrastrutture e protezione civile) e in tre esclusive dello Stato: giustizia di pace, istruzione e tutela dell'ambiente e dei beni culturali. L'intesa tra lo Stato e la Regione interessata dovrà poi concretizzarsi in una proposta di legge che dovrà essere approvata a maggioranza assoluta da entrambe le Camere.