Politiche: e ora chi governerà il Paese?
Grande affermazione del Movimento 5 Stelle, che diventa il primo partito superando di slancio la soglia del 30%. La prima coalizione è il centrodestra. Crolla il Partito democratico
Un'Italia ingovernabile: è questo il dato oggettivo che esce dalle urne aperte ieri delle 7 alle 23. E in mezzo a questo dato oggettivo ci sono poi storie di vittorie e altre di sconfitte anche pesanti, a partire dal quella del Partito Democratico punito dall'elettorato ben oltre ogni previsione anche dei più pessimisti dei sondaggisti. Il mancato raggiungimento (anche se il dato definitivo si conoscerà solo nelle prossime ore) del 20% è un durissimo colpo per il partito di Renzi.
Sul futuro del segretario si addensano ora le ombre delle dimissioni. Saranno le prossime ore a decidere il futuro del Pd, che dopo essere stato il perno dei governi Letta, Renzi e Gentiloni, ha già annunciato una stagione di opposizione. Per restare nel campo della sinistra anche Liberi e Uguali di Grasso & co che sognavano un risultato a due cifre esce pesantemente ridimensionato dal voto, tanto che in questo momento anche il superamento della soglia di sbarramento del 3% necessaria per entrare in Parlamento non sembra ancora stabilmente raggiunta. Sorge il dubbio che anche il tradizionale elettorato di sinsitra abbia voluto "punire" i padri fondatori del nuovo partito per l'apertura di una spaccatura all'interno di un'area politica già schiaccata dal peso degli attacchi esterni.
Sul fronte degli sconfitti, nonostante l'affermazione complessiva della coalizione, c'è da iscrivere anche Forza Italia, superata di slancio in casa dalla Lega di Salvini. I nuovi scenari, definiti "fantasiosi" da Berlusconi nelle settimane che hanno preceduto il voto, spostano l'asse della coalizione verso il leader leghista pronto, sulla scorta di quanto affermato in campagna elettorale a chiedere la dovuta considerazione anche dal presidente Mattarella in caso di un mandato esplorativo alla coalizione premiata dagli elettori.
Vincitore senza se e senza ma delle politiche è il Movimento 5 Stelle ben al di sopra della soglia del 30%. Il movimento è il primo partito e, come dichiarato da Di Battista subito dopo l'avvio dello spoglio dei voti, è anche la realtà con cui tutte le altre forze dovranno confrontarsi in vista della formazione del nuovo governo.
A spoglio ancora in corso questo sembra essere il quadro della situazione. Vincitori e vinti dovranno fare i conti con il fatto che nessuno, da solo, ha i numeri per governare il Paese e per l'Italia lo spettro delle soluzioni possibile non sembra andare oltre due ipotesi: o una grande coalizione, sul modello di quella appena varata in Italia (fatta da chi e come è ancora tutto da stabilire) o un nuovo ritorno alle urne (lo spauracchio che tutti pensavano di scongiurare).
La patata bollente è ora nelle mani del presidente della Repubblica. In questo momento, quando l'adrenalina del voto è ancora molto alta, nessuno sembra propenso a fare un passi indietro rispetto alle djchirazioni della vigilia su possibili alleanze e aperture. Come si sa, però, la politca, soprattutto in Italia, è l'arte del possibile...
Se questi dati verranno confermati, ma il margine di cambiamento sembra ora veramente ridotto all'osso, si apre l'interrogativo di quelle che potranno essere le conseguenze sul voto amministrativo di Brescia. Se anche in città dovesse confermarsi la vittoria della Lega su Forza Italia potrebbero tornare in discussione anche le scelte sul candidato da opporre a Emilio Del Bono?
Una domanda che troverà risposta nelle settimane a venire...
Questo il commento di Luciano Zanardini, vice direttore dell'Ufficio per l'impegno sociale della diocesi di Brescia