Migranti minori: indifesi e senza voce
In occasione della presentazione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che quest'anno papa Francesco ha voluto dedicare ai più piccoli che sono costretti a vivere questa esperienza, i dati del Rapporto immigrazione Caritas e Migrantes mettono in luce un aspetto spesso dimenticato
La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2017, che quest’anno sarà celebrata in Lombardia, nel centenario della morte della santa Francesca Saverio Cabrini (1917-2017), proclamata da Pio XII nel 1950 ‘patrona degli emigranti’, cade in un momento particolare per la situazione delle migrazioni economiche e forzate in Europa e in Italia. A fronte di una stagnazione del numero dei migranti economici e una crescita dei migranti forzati giunti in Italia, cresce la paura, crescono i rischi non solo di alzare muri, di forme di protezionismo, di limitazioni al welfare per i migranti, ma anche di scontri e conflittualità sociale all’interno dei Paesi europei intorno al tema delle migrazioni. Per queste ragioni, il Messaggio del Papa, anche quest’anno, risulta essere una traccia, un percorso di lettura del fenomeno migratorio, guardando in particolare al mondo dei minori migranti, che costituiscono oltre il 50% dei migranti forzati oggi. Come ogni anno ci fermiamo a considerare la situazione italiana, fermandoci in particolare sul volto dei minori migranti.
L’ultimo Rapporto immigrazione Caritas e Migrantes ha fotografato 25 anni di immigrazione in Italia, soffermandosi anche sui minori immigrati. Sono 1.085.274 i minori immigrati presenti in Italia al 1 gennaio 2016 (pari al 21,6% del totale degli stranieri). 104.056 sono nati in Italia nel 2014 da almeno un genitore straniero e 75.067 (38.664 maschi e 36.403 femmine) da entrambi i genitori stranieri, con un calo a 72mila nel 2015. Secondo l’Istat, sebbene il numero abbia iniziato progressivamente a ridursi (- 2.638 nascite in meno rispetto al 2013), è rimasto stabile in termini di incidenza percentuale (14,9%). Nonostante l’inversione di tendenza dell’incremento delle nascite dovuto al calo di fecondità delle donne straniere (passato da 2,95 figli per donna nel 2009 a 1,97 nel 2014), il tasso di natalità resta comunque alto per gli stranieri se confrontato con quello degli italiani: 9,7 per mille contro 8,3.
A partire dal 2008, un fenomeno che è cresciuto diventando estremamente grave negli ultimi tempi è quello dei minori stranieri non accompagnati o anche minori separati, che fortemente interpella le istituzioni e la coscienza civile in Italia. Sono stati nel 2015 ben 16.478 i minori giunti sulle nostre coste (pari al 10,7% del totale degli sbarchi); di cui 12.360 sono arrivati da soli (75% del totale) mentre 4.118 sono arrivati accompagnati da almeno un adulto.
I minori provenivano prevalentemente da Eritrea (4.407), Siria (2.072), Egitto (1.742), Somalia (1.613), Gambia (1.360) e Nigeria (1.261), ma sono gli egiziani che quasi sempre sbarcano da soli (98,2%) seguiti da gambiani (95,8%) guineani (95,2%) senegalesi (94,5%), tunisini (92,9%) e pakistani (92,3%). I minori che sono sbarcati accompagnati da un adulto sono in prevalenza siriani, iracheni e palestinesi.
Nel 2016, anno del maggior arrivo di migranti sulle coste italiane (181.436 al 31 dicembre), il numero dei minori non accompagnati sbarcati è più che raddoppiato rispetto al 2015, passando da 12.360 a 25772, di 80 nazionalità diverse.
I minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo nel 2015 sono stati 3.959 (il 4,7%) su un totale di 83.970 richiedenti protezione internazionale. Sono quasi sempre maschi (96,8%) e provengono prevalentemente da Gambia (1.171, 30% del totale), Nigeria (564, 14,2% del totale), Senegal (437, 11% del totale) e Bangladesh (420, 10,6% del totale). Si tratta di minori che, in gran parte, provengono da Paesi dove sono in atto guerre o che, comunque vivono ancora situazioni di conflitto.
C’è, però, anche un rovescio della medaglia che il taglio particolare dato alla Giornata del 15 gennaio consente di analizzare. Si tratta del fenomeno dei minori emigranti, che sono sempre più numerosi, che lasciano l’Italia insieme alle loro famiglie, alla ricerca di un lavoro in altri Paesi europei e del mondo. Non sempre trovano chi li accompagna nel Paese d’arrivo. Le missioni cattoliche italiane all’estero, che sono 366, di cui oltre la metà in Europa, segnalano continuamente questi arrivi e i disagi conseguenti, per l’assenza o la lontananza delle istituzioni. Nel 2016 sono stati 107.529 italiani hanno lasciato il Paese; di questi 22.384 sono i minori.