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Roma
08 mag 2018 07:54

Mattarella: ora un governo di garanzia

Fallita anche il terzo giro di consultazioni, il presidente della Repubblica detta ai partiti la strada da seguire per evitare al Paese, nel breve periodo, le possibili conseguenze negative prodotte dalla situazione di stallo politico. L'esecutivo dovrebbe restare in carica sino alla fine dell'anno

Nel terzo giro di consultazioni per la formazione del nuovo governo, ieri sono state ricevute al Quirinale le delegazioni delle forze politiche più rappresentate in Parlamento, quella del M5S, quella unitaria del centrodestra e quella del Pd. “Sono disponibile a scegliere con Salvini un premier terzo che possa rappresentare un contratto di governo con reddito di cittadinanza, abolizione della legge Fornero e alcune misure anti-corruzione”, ha dichiarato il capo politico del M5S, Luigi Di Maio, al termine del colloquio con il presidente della Repubblica. “Se non ci sono le condizioni per un governo politico consapevole dei problemi degli italiani e che non faccia solo quadrare i conti – ha aggiunto – allora per noi si deve tornare al voto” e sarà come “un ballottaggio” tra le “due realtà politiche che competono per il governo del Paese” (riferendosi a M5S e centrodestra).

“Abbiamo offerto al Presidente della Repubblica – ha affermato dal canto suo il leader della Lega, Matteo Salvini – consci del fatto che il Paese non può aspettare, la disponibilità mia, a nome della coalizione che ha preso più voti dagli italiani, a dar vita a un governo che cominci a risolvere tutti i problemi del Paese”.

“Confidiamo – ha proseguito Salvini – che il Presidente della Repubblica ci dia modo di trovare una maggioranza che contiamo di poter trovare mettendoci in campo direttamente e personalmente”. “Come Pd – ha dichiarato il segretario reggente, Maurizio Martina – pensiamo che a questo punto sia urgente dare una soluzione alla crisi. Basta prendere tempo e traccheggiare, basta esasperare alcune logiche di parte. Basta con il gioco dell’oca, perché ancora in queste ore ci pare di vivere il gioco di tornare al punto di partenza da parte di chi ha prevalso il 4 marzo e si è proclamato vincitore senza avere i numeri per governare”.

“Noi ci siamo – ha sottolineato Martina – e seguiremo le indicazioni del Presidente della Repubblica perché prima di tutto viene il Paese”. Questo terzo giro di consultazini, nerò, ha confermato la situazione di stallo già bnota, e il presidente Mattarella non ha potuto fare altro che prendere atto della situazione e proporre le contromisure. 

"È doveroso dar vita a un nuovo governo, non si può attendere oltre”, è stata la sua sintesi al termine della giornata di consultazioni. Nell’impossibilità di far nascere un governo sostenuto da una maggioranza politica, vedrà così la luce un “governo neutrale”, “di servizio”, “di garanzia”, con l’obiettivo di arrivare fino alla fine dell’anno e accompagnare il Paese a nuove elezioni dopo l’approvazione della legge di bilancio. Ma la durata di questo esecutivo è legata alle scelte dei partiti, a cui il Presidente della Repubblica ha chiesto “un’assunzione di responsabilità nell’interesse dell’Italia” e per tutelare “il voto dei cittadini”. “Sarebbe la prima volta che il voto popolare non viene utilizzato”, ha sottolineato Sergio Mattarella riferendosi all’ipotesi che il nuovo governo non ottenga la fiducia e che quindi diventi inevitabile andare subito al voto.

A questo proposito il Capo dello Stato ha messo in evidenza che le alternative alla sua proposta sono o il voto in piena estate, che renderebbe ancora più difficile la partecipazione, o il voto in autunno, con l’impossibilità di approvare la legge di bilancio e conseguenze gravi come l’aumento automatico dell’Iva e l’esposizione del Paese alle manovre speculative sui mercati finanziari. Senza contare il rischio che, a legge elettorale invariata, il responso delle urne riproduca una situazione analoga all’attuale. In entrambi i casi sarebbe il governo di garanzia – “un governo non di parte” – a condurre il Paese alle elezioni Peraltro la nascita di tale governo e il voto di fiducia dei partiti non impedirebbe a questi ultimi di continuare a cercare un’intesa per far nascere un governo politico, nel qual caso l’esecutivo in carica si dimetterebbe immediatamente.

M5S e Lega, però, sembrano più proponse a chiedere il voto a luglio.



08 mag 2018 07:54