Legge per l'assistenza sanitaria degli homeless
È stata approvata nei giorni scorsi dalla Camera dei Deputati
Anche i senza fissa dimora avranno diritto al medico di base. Lo prevede una legge proposta dal deputato del Pd Marco Furfaro e approvata nei giorni scorsi all'unanimità dalla Camera dei Deputati. Il provvedimento che si compone di tre articoli prevede uno stanziamento di 1 milione di euro per il 2025 e il 2026, assicurare progressivamente il diritto all'assistenza sanitaria a tutte le persone senza dimora, prive della residenza anagrafica nel territorio nazionale o all'estero. Attualmente, chi non è iscritto all'anagrafe comunale perde il diritto all'assistenza sanitaria, tranne per le emergenze al pronto soccorso. Con la legge approvata dalla Camera viene colmata questa grave lacuna che impedisce ai senza dimora l'accesso alle cure. La nuova legge è in linea con i principi degli articoli 3 (uguaglianza) e 32 (diritto alla salute) della Costituzione, e con la legge che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale nel 1978, secondo cui l'assistenza sanitaria deve essere garantita a tutti, senza distinzione di condizioni individuali o sociali.
La nuova legge sarà sperimentata per due anni (2025-2026) in 14 città metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia) con un budget di 2 milioni di euro, coprendo oltre il 60% delle persone senza dimora presenti nel Paese.
“La proposta di legge approvata nei giorni scorsi - ha dichiarato Francesca Moccia, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva - è un passo in avanti importante verso il sistema universalistico in cui crediamo e su cui si fonda il nostro Servizio sanitario nazionale, e ci rende particolarmente orgogliosi perché recepisce la richiesta di garantire l’assistenza sanitaria di base ai più fragili e agli invisibili - svincolandola dalla residenza anagrafica e dalla regolarità di soggiorno - che avevamo avanzato attraverso la nostra Carta civica della salute globale. Allo stesso tempo è la dimostrazione che il concetto di inclusione è praticabile attraverso politiche pubbliche che nella concretezza rendano esigibili i diritti, a cominciare da quello alla salute, unico diritto a essere indicato come “fondamentale” dalla nostra Costituzione”.
Secondo i dati 2022 dell’Istat sono 96.197 le persone senza tetto e senza fissa dimora iscritte in anagrafe. La maggioranza è composta da uomini e il 38% è rappresentato da cittadini stranieri, provenienti in oltre la metà dei casi dal continente africano. Tra loro ci sono di padri di famiglia che si separano e finiscono a dormire in macchina, donne vittime di violenza che scappano di casa e vanno a vivere da amici, persone che perdono il lavoro e finiscono in strada e non hanno un tetto sopra la testa. Persone che per vari motivi perdono la possibilità di avere una dimora propria e che purtroppo perdono conseguentemente anche la residenza. Le persone senza tetto e senza fissa dimora censite sono residenti in 2.198 comuni italiani, ma si concentrano per il 50% in 6 Comuni: Roma con il 23% delle iscrizioni anagrafiche, Milano (9%), Napoli (7%), Torino (4,6%), Genova (3%) e Foggia (3,7%).