Lavoro: conto alla rovescia per il Green Pass
Mancano pochi giorni all'introduzione dell'obbligatorietà per certificato vaccinale per accedere ai luoghi di lavoro. Nel Bresciano sarebbero ancora 30mila i lavoratori scoperti
Conto alla rovescia per l’entrata in vigore dell’obbligatorietà del green pass per dipendenti pubblici e statali e corsa al vaccino. Nelle ultime ore sono stati poco meno di 350mila i nuovi vaccinati con prima dose, a fronte degli 8 milioni di non immunizzati presenti ancora nel Paese, di cui tanti lavoratori. Nel Bresciano sarebbero almeno 50mila i lavoratori ancora da vaccinare con la seconda dose e circa 30mila quelli che dovranno fare i tamponi ogni 48 ore per entrare in azienda dopo il 15 ottobre non avendo ricevuto nemmeno una dose. In vista della data del 15 ottobre il premier Mario Draghi dovrebbe firmare indicazioni generali, sotto forma di un Dpcm, sulle modalità dei controlli per i possessori del lasciapassare, sia nell'ambito della pubblica amministrazione che per le aziende.
E non è escluso che una app – uguale a quella utilizzata per il personale scolastico - possa essere messa a disposizione anche per gli altri settori del lavoro. Secondo indiscrezioni le indicazioni - così come succederà per il lavoro pubblico - potrebbero prevedere controlli giornalieri e preferibilmente all'accesso in azienda, a campione (in misura non inferiore al 20% e con un criterio di rotazione) o a tappeto, con o senza l'ausilio di sistemi automatici. Dal Governo, però, resta la fermezza su quanto già stabilito: i tempi di validità del passaporto verde a chi esegue i tamponi non cambiano e restano di 48 ore con test rapido e 72 con molecolare. Dunque nessuna 'deroga' o modifica delle regole all'ultimo minuto e quindi ai non vaccinati (esenti con certificato esclusi) toccherà adeguarsi. Ma i nodi, spiegano soprattutto i rappresentanti delle piccole imprese, sono ancora parecchi. Molte difficoltà potrebbero spuntate nei cantieri o ditte in appalto, visto che chi è privo di pass potrebbe bloccare l'andamento di una determinata catena di lavori. Così come resta aperta la questione dei lavoratori stranieri - in particolare dell'Est - vaccinati con Sputnik, un siero non riconosciuto dall'Ema.
Possibili novità, chiarisce il sottosegretario Andrea Costa, potrebbero arrivare soltanto nel 2022. "Sarà possibile rivedere ed eventualmente ridurre l'attuale applicazione del green pass con l'inizio del nuovo anno se i dati dell'epidemia di Covid-19 continueranno a mostrare un trend di miglioramento, ma una valutazione più precisa sarà fatta a dicembre in concomitanza con la scadenza dello stato di emergenza che auspichiamo possa avere termine". Una revisione del green pass "potrebbe significare mantenere l'attuale carta verde per alcune circostanze e non per altre. Mentre ora siamo di fronte ad una applicazione totale del green pass, si potrebbe passare ad una sua applicazione parziale". Dunque, "se l'andamento dell'epidemia di Covid-19 continuerà ad essere positivo, è ragionevole pensare che con l'anno nuovo ci potrà essere una revisione delle misure e anche del green pass, che potrà dunque essere ridotto nella sua applicazione". A tal fine, ha concluso, cruciale sarà proprio la valutazione dell'andamento epidemico che "dovrà essere fatta a fine anno. Davanti a noi, pertanto, abbiamo ancora due mesi che si dimostreranno decisivi".
Per il green pass "resta ovviamente la validità di 12 mesi, a partire dalla data di somministrazione della terza dose per chi la farà o della seconda dose per chi non rientra nelle categorie indicate per il richiamo.