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Roma
di LUCIANO ZANARDINI 07 feb 2017 13:12

L'adozione del nascituro

Con la proposta di legge “Disposizioni in materia di adozione del concepito”, l'on. Mario Sberna e il collega Gian Luigi Gigli rimettono al centro il dramma dell'aborto. Piuttosto che pensare all'interruzione di gravidanza, bisogna favorire lo stato di adottabilità del nascituro: la madre biologica avrebbe una settimana di tempo per revocare il proprio consenso allo stato di adottabilità

Apertura alla vita. Mario Sberna, parlamentare di Democrazia Solidale, ha depositato insieme al collega Gian Luigi Gigli la proposta di legge “Disposizioni in materia di adozione del concepito”. “Questa legislatura – esordisce Sberna – è la meno attenta ai temi della famiglia, anzi è più attenta ai temi che la sfavoriscono o la svalorizzano. La proposta di legge va incontro al dramma dell’aborto, un omicidio legalizzato. Il concepito è un essere umano a tutti gli effetti e noi ci permettiamo di concepire una società che considera il concepito alla stregua di un grumo di cellule. La proposta obbliga i consultori e tutte le istituzioni pubbliche ad avvisare la donna di portare avanti la gravidanza e poi dare in adozione il figlio. Questo permetterebbe alla donna di non vivere, quello che tutti nascondiamo, il dramma psicologico di avere abortito, di avere ucciso un essere umano. Darebbe anche la possibilità di una vita piena al concepito che verrebbe dato in adozione con procedure rapide alla famiglie adottive che hanno superato tutto l’iter di idoneità. Entro una settimana la madre avrebbe l’opportunità di confermare o non confermare la scelta di darlo in adozione”.

Resta anche il nodo legato all’attività formativa e informativa. “Fondamentalmente vogliamo aggiungere un obbligo di legge per i consultori per far sì che le donne che si apprestano all’interruzione di gravidanza siano veramente informate sulle vie alternative. Vogliamo cambiare la cultura dello scarto”.

Oggi si parla sempre di meno di famiglia. Venerdì 10 febbraio, dalle 18.15 a Palazzo San Paolo, è in programma proprio un incontro, promosso dalla Rete Civica Bresciana, nel quale l’on. Sberna, Nino Sutera (Forum Associazioni Familiari Lombardia) e Michele Busi (consigliere regionale) si confronteranno sulla situazione delle politiche familiari. “Il Parlamento ha lavorato, ma l’esecutivo – spiega Sberna – non ha applicato quanto proposto. La carta famiglia, i bonus e tante altre leggi necessitano ancora dei decreti attuativi da parte del Governo. E a pagarne le conseguenze, soprattutto dal punto di vista della natalità, è la famiglia”.


LUCIANO ZANARDINI 07 feb 2017 13:12