L’aborto non può essere un diritto
“Non si capisce perché debba esserci un diritto all’aborto. L’aborto non può essere un diritto, è la soppressione di una vita umana. Bisogna piuttosto considerare le leggi che lo regolamentino”. Così Assuntina Morresi, docente di Chimica Fisica all’Università degli Studi di Perugia e membro uscente del Comitato Nazionale per la Bioetica, al Sir commenta il via libera della Plenaria di Strasburgo alla risoluzione in cui l’Eurocamera “condanna fermamente la regressione in materia di diritti delle donne e di salute sessuale” dopo la decisione della Corte Suprema negli Usa e propone di inserire il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue.
“Personalmente, regolamenterei l’aborto ammettendolo quando la vita della madre è a rischio – osserva -. Il diritto all’aborto collide con tutti gli altri diritti, che si basano sul diritto alla vita, e da questo punto di vista la risoluzione europea è un passo indietro, non un passo avanti. L’istituzione di un diritto va molto oltre che regolamentarne l’accesso”. Volgendo lo sguardo alla realtà italiana, Morresi spiega che “abbiamo una legge sull’aborto che è consolidata, che non parla di diritto all’aborto ma anche di tutela della maternità e in cui si dice che deve essere fatto di tutto per rimuovere le cause che portano all’interruzione volontaria di gravidanza. Questa risoluzione – conclude – non dovrebbe avere una ricaduta nel nostro Paese dove c’è già una legge in materia”.