Il grido d'allarme del turismo invernale
Dai rappresentati delle Regioni un appello al governo perché non dimentichi uno dei settori più colpiti dalle misure adottate nei mesi per cercare di arginare la pandemia
Mentre sono attese per questa mattina le comunicazioni del ministro della Salute Speranza al Parlamento sulle linee che il governo intende adottare con il nuovo Dpcm che andrà a sostituire quello in vigore sino al 15 gennaio, c’è già chi si preoccupa per il nuovo e sempre più probabile giro di vite necessario per la lotta alla pandemia. Tra questi ci sono le regioni che, proprio ieri, per bocca degli assessori con delega al turismo o alla montagna, hanno lanciato un grido dall’allarme sulle conseguenze che un ennesimo rinvio dell’apertura degli impianti sciistici potrebbe portare su un comparto già pesantemente segnato.
“Prendiamo atto dell’ipotesi annunciata dal Governo di un nuovo rinvio dell’apertura degli impianti di risalita (oggi prevista per il 18 gennaio) e del conseguente incremento della crisi di tutto il comparto turistico invernale della montagna, e chiediamo al governo di assumere un impegno serio nei confronti di questo settore, garantendo ristori certi, immediati e proporzionati alle perdite subite”. A dichiararlo sono Massimo Sertori (Assessore alla Montagna Regione Lombardia), Antonio Rossi, (Sottosegretario della Regione Lombardia), Daniel Alfreider, (Vicepresidente della Provincia Autonoma di Bolzano), Luigi Giovanni Bertschy (Vicepresidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta), Sergio Bini (Assessore al Turismo Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia), Federico Caner (Assessore al Turismo Regione Veneto), Roberto Failoni (Assessore al Turismo Provincia Autonoma di Trento), Fabrizio Ricca (Assessore allo Sport Regione Piemonte), Daniele D'Amario (Assessore al Turismo Regione Abruzzo), che ieri hanno partecipato alla Commissione Speciale Turismo della conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
All’ordine del giorno l’approfondimento in relazione al protocollo e alle linee guida di utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici, testo che sarà sottoposto alla valutazione da parte del Comitato Tecnico scientifico del Governo.
“Durante i lavori della Commissione – hanno continuato i rappresentanti delle Regioni - sono emerse le richieste che saranno avanzate al Governo, in particolare una data garantita di apertura, ristori certi e immediati e proporzionati al minor fatturato della stagione agli impianti di risalita e a tutte le attività correlate (come rifugi, alberghi, maestri di sci, servizi, ecc). Stabilita una data certa sarà necessario dare continuità all’attività degli impianti di risalita nel rispetto delle limitazioni previste dalle linee guida del protocollo approvato dal Cts. La dinamica della diffusione del virus, e quindi la suddivisione delle zone a colori, determinerà, le relative limitazione in ordine alla mobilità delle persone piuttosto che al restringimento dei servizi”.
Tutto il turismo legato alla montagna, in condizioni normali, sviluppa almeno 20 miliardi di euro durante una stagione invernale.
“Si tratta di un comparto che oggi soffre alcuni miliardi di mancato fatturato e che rischia, a crisi epidemica finita, di non avere più la forza di rialzarsi. Per questo è necessario mettere in campo misure immediate e proporzionate per le imprese e per i lavoratori stagionali". Questo è il grido d’allarme mandato al Governo dalle Regioni, disponibili da subito nella collaborazione istituzionale per trovare una soluzione condivisa e immediata