Il cibo delle Alpi per le Missioni dei Cappuccini
I migliori panificatori di Milano riuniti nel Comitato Pane in piazza (maxi evento benefico che tornerà a Milano nel 2025 in piazza Duomo) e piccole aziende agricole della Valle Camonica e della Valtellina riunite da www.ilcibodellealpi.it insieme offriranno l’aperitivo ai partecipanti all’asta benefica dei Missionari Cappuccini di Milano, il 30 ottobre: pizza, focaccia, pane con salame camuno e formaggio dell’azienda San Faustino e per finire la spongada, dolce tipico delle nostre montagne lombarde cotto nel forno a legna.
Un sodalizio, quello tra Pane in piazza, manifestazione nata per iniziativa di Cesare Marinoni, presidente dell’Associazione Fornai Milano, e Il cibo delle Alpi, nato sulla base di valori comuni e che promette un lungo cammino insieme.
All’incanto vanno opere d'arte per raccogliere fondi per due progetti: uno a scopo umanitario e l’altro a scopo culturale. L’evento si terrà lunedì 30 ottobre alle ore 18 all'Auditorium di Opera di San Francesco di viale Piave, con ingresso da via Kramer 5. L’elenco delle opere con le relative descrizioni è disponibile sul sito: https://www.missioni.org/asta/.
Tra gli artisti presenti nomi come Enrico Castellani, Piero Dorazio, Angelo Savelli, Gianfilippo Usellini, Lucio Pel Pezzo, Renato Guttuso, Salvator Dalì, Gillo Dorfles, Mario Nigro, Emilio Isgrò. Le stime delle opere variano da 30 a 1.500 euro.Non sarà applicata la percentuale relativa ai diritti d'asta e quindi tutte le opere non saranno gravate da commissioni d'acquisto.
Il progetto umanitario è a favore di Missioni Estere Cappuccini Onlus dei Frati Cappuccini Missionari di Milano, con sede in piazzale Cimitero Maggiore 5, e prevede il completamento di un pozzo d'acqua nel villaggio di Tuguliti, nell'Eparchia di Barentu, in Eritrea, dove il Vescovo è il Cappuccino Mons. Thomas Osman Ofmcap. Il villaggio, situato a 34 km sud-est di Barentù, è composto da 450 famiglie per un totale di 2.250 persone, compresi tanti bambini. Come informa mons. Thomas Osman, responsabile del progetto, “gli abitanti del villaggio per potersi approvvigionare di acqua, devono percorrere dei chilometri servendosi degli asini e dromedari o portandosi i fusti sulle proprie spalle; il tragitto è faticoso per i piccoli e le donne incinte che spesso sono costrette a percorrere lo stesso tratto più volte al giorno per soddisfare le necessità di tutta la famiglia. Adesso la gente attinge l'acqua dai pozzi a cielo aperto, che è batteriologicamente impura ed è quindi causa di diffusione di malattie ed infezioni intestinali, che colpiscono in particolare modo i bambini”.
Il compito di portare in superficie e rendere accessibile un bene così indispensabile come l’acqua – che San Francesco, nel suo meraviglioso Cantico delle creature, poeticamente così definisce: “...sora Acqua, la quale è molto utile, umile e preziosa e casta” - dovrebbe essere per noi tutti estremamente coinvolgente; l'acqua infatti è un fondamentale elemento di vita, di salute e di benessere, essa si offre umilmente scendendo dal cielo e sgorgando dalla terra e da sempre è simbolo e mezzo di purificazione, sia fisica che spirituale, come sacro elemento rituale che ci innalza e ci avvicina al Creatore. Portare l'acqua in superficie dalla profondità di pochi metri sotto terra, scavando pozzi, dovrebbe essere il primo, premuroso compito di tutti i governi dei Paesi dove questo bene giace nascosto, eppure disponibile e facilmente raggiungibile.I Frati Cappuccini missionari di Milano offrono con dedizione un esempio per sollecitare i governanti a seguirli, affinché destinino a simili progetti umanitari le grandi risorse economiche che vengono invece disperse a scopi bellici, nocivi ed egoistici. La realizzazione del progetto in Eritrea prevede la costruzione della vasca di raccolta dell’acqua, l'installazione di una pompa ad energia solare, l'acquisto e la posa di tubature e di tre punti di distribuzione per servire diversi insediamenti distanti tra loro. I fondi ricavati dall’asta saranno devoluti interamente a Missioni Estere onlus che provvederà ad inviarli a Mons. Thomas Osman.
L’altro progetto prevede il restauro di alcuni dei 170 affreschi sulle pareti esterne delle case di Arcumeggia (Casalzuigno-Varese).