Gli impegni del governo per il 2020
Nella conferenza stampa di fine anno il premier ha annunciato il piano di lavoro dell'esecutivo che intende proseguire la sua azione sino al termine naturale della legislatura. L'annuncio della separazione del Miur in ministero della Scuola e ministero dell’Università e della ricerca
Nel corso della conferenza stampa di fine anno, organizzata a Villa Madama dal consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa parlamentare, il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ha presentato il piano per il rilancio dell'azione del governo per i prossimi tre anni.
Sarà la giustizia, e in particolare la prescrizione, il primo degli impegni che da gennaio dovrà affrontare Giuseppe Conte. SI tratta di una questione spinosissima, perché M5S, Pd e Iv viaggiano su binari lontanissimi e il rischio è che lo stallo sulla riforma Bonafede inquini sul nascere il confronto nel governo dal quale il presidente del Consiglio vuol far ripartire la sua agenda.
"Finora abbiamo corso i 100 metri e sono orgoglioso dei risultati, ma ci aspetta una maratona di 3 anni a partire da gennaio'. Niente governo ter e niente partito o gruppi 'contiani', ha aggiunto, sarebbero 'destabilizzanti'. Serve invece un'agenda fino al 2023, che però non vede all'ordine del giorno la flat tax nè la rimodulazione delle aliquote Iva. Piuttosto, nuove misure anti-evasione per 'pagare tutti meno tasse'.
Il Presidente del consiglio ha poi fatto il punto sulla situazione economica affermando, in merito alla manovra di Bilancio, che “non solo è stata disinnescata l’Iva, ma abbiamo anche iniziato a realizzare alcuni degli impegni sui quali abbiamo chiesto la fiducia del parlamento e dei cittadini. Tra le priorità annunciate lo snellimento della macchina burocratica, velocizzare i processi e mettere mano alla giustizia tributaria. Il premier ha anche riferito del “miglioramento della performance degli sbarchi e dei ricollocati. Da settembre – ha detto – sono 98 i migranti ricollocati, ogni mese. Questo perché l’accordo di Malta ha raggiunto risultati, per la prima volta abbiamo richiesta congiunta dei ricollocamenti. I nostri porti non sono mai stati chiusi – ha poi ribadito – la differenza era di trovare soluzioni automatiche o meno, la differenza era tenerli in mare più giorni o meno giorni”. Chiaro il riferimento alla gestione del precedente ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Nel corso della conferenza stampa Conte, dopo le dimissioni del ministro Fioramonti che ha lasciato il governo per le scarse risorse destinate al mondo della scuola, ha annunciato la separazione del Miur in ministero della Scuola e ministero dell’Università e della ricerca. Contestualmente lo stesso premier ha fatto i nomi dei nuovi ministri: ministra della Scuola sarà Lucia Azzolina, dirigente scolastico, attualmente sottosegretario alla Scuola, e ministro dell’Università sarà Gaetano Manfredi, rettore dell’Università Federico II di Napoli e presidente della Conferenza dei rettori delle Università italiane.