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Roma
di STEFANO DE MARTIS 11 apr 2025 06:19

Giù le previsioni di crescita e su il debito

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Questo è il quadro che emerge dal Documento di finanza pubblica, il testo che sostituisce il Documento di economia e finanza, ormai ben noto come Def

Crescita dimezzata, ma conti in ordine (anche se il debito pubblico resta un macigno). Questo è il quadro che emerge dal Documento di finanza pubblica, il testo che sostituisce il Documento di economia e finanza, ormai ben noto come Def. La sua approvazione nell’ultimo consiglio dei ministri rappresenta il primo atto di una lunga serie che porterà in autunno alla manovra economica per il 2026. “Non è più il famoso Def, perché la nuova normativa Ue prevede documento diverso rispetto al passato, che è di aggiornamento dei conti di finanza pubblica e manca dei contenuti programmatici tipici del Def”, ha spiegato il ministro dell’Economia Giorgetti. Il nuovo Dfp, peraltro, “viene adottato in una situazione molto complessa sotto l'aspetto economico globale e quindi nei riflessi sull'economia nazionale e questo rende molto complesse e difficili, perfino aleatorie, le previsioni non solo a lungo termine ma anche a breve”.

Le stime uscite dal Consiglio dei ministri sono in linea con quelle dei principali soggetti previsionali, a cominciare dalla Banca d’Italia. Per il 2025 la crescita del Prodotto interno lordo viene ridotta allo 0,6% rispetto all’1,2% ipotizzato dal governo sette mesi fa nel Piano strutturale di bilancio. Per il 2026 la previsione si attesta allo 0,8% (a fronte dell'1,1%), mentre resta allo 0,8% per il 2027. Ma la situazione è in evoluzione e non sono esclusi prossimi aggiornamenti: il 2025 è già stato "ridimensionato", notizie come la sospensione dei dazi appena decisa da Trump – che Giorgetti ha appreso durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri – “potrebbero indurle al rialzo”, ma è difficile fare previsioni. In questo scenario, avverte il ministro, anche le prossime misure come il taglio dell'Irpef per il ceto medio restano in forse: tutte le decisioni “saranno tarate sul contesto”.

Nonostante il dimezzamento delle previsioni sulla crescita, Giorgetti rivendica la tenuta dei conti pubblici e sottolinea che “incredibilmente la finanza italiana rispetta tutti gli indicatori”. Rispetto alle stime del Piano strutturale di bilancio, il rapporto deficit-Pil si mantiene al 3,3% nel 2025, al 2,8% nel 2026 (scendendo come previsto sotto il 3%) e al 2,6% nel 2027. Il livello del debito viene fissato al 136,6% nel 2025, al 137,6% nel 2026 e al 137,4% nel 2027, "quando finalmente l'effetto di cassa dei crediti del Superbonus tenderà a sgonfiarsi", osserva con una punta polemica il ministro.

Resta il dato rilevante della crescita dimezzata. Incontrando nei giorni scorsi le parti sociali la premier Meloni ha parlato di un sostegno straordinario che potrebbe arrivare dal Pnrr e dai Fondi di coesione, d’intesa con la Commissione europea. Si tratta di cifre importanti, rispettivamente di 14 e 11 miliardi, cui potrebbero aggiungersi altri 7 miliardi provenienti dal Piano sociale per il clima.

STEFANO DE MARTIS 11 apr 2025 06:19

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