Export armi: il governo non pubblica la relazione
Il documento doveva essere presentato entro il 31 marzo. La Rete Italiana Pace e Disarmo sottolinea una mancanza di trasparenza su una questione che andrebbe approfondita per la sua rilevanza intrinseca e per la connessione con la politica estera e con il tema delle missioni militari attualmente dibattuto dal Parlamento
A pochi giorni dall'Anniversario dell'entrata in vigore della Legge 185 del 9 luglio del 1990 che regola l'esportazione di armamenti non è ancora stata pubblicata ufficialmente la Relazione annuale governativa relativa all'anno 2022. Lo denuncia in una nota la Rete Pace e Disarmo. “La Relazione, che secondo i termini di legge, dovrebbe essere trasmessa entro il 31 marzo di ciascun anno ma che invece è stata formalmente inviata al Parlamento solo lo scorso 9 maggio (confermando quindi il ritardo cronico sperimentato negli ultimi anni). A più di un mese da tale trasmissione ad oggi il testo completo della Relazione non risulta ancora pubblicato ufficialmente sui siti di Camera e Senato e non risulta all'attenzione dei Parlamentari” precisa la nota, riportata su www.redattoresociale.it
"Nelle scorse settimane alcuni giornali hanno pubblicato dati riassuntivi sull'export militare italiano del 2022 - sottolinea Francesco Vignarca, Coordinatore Campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo - e sono circolati alcuni documenti accompagnatori redatti dai Ministeri competenti. Ma senza i dati di dettaglio che solo la Relazione integrale può fornire è impossibile compiere un'analisi approfondita non solo delle tendenze delle vendite all'estero di armi italiane, ma di singoli casi specifici importanti". La Rete Italiana Pace e Disarmo sottolinea dunque con allarme una mancanza di trasparenza davvero problematica su una questione, quella dell'esportazione di armi, che invece andrebbe approfondita per la sua rilevanza intrinseca e per la connessione con la politica estera e con il tema delle missioni militari attualmente dibattuto dal Parlamento. In tal senso vengono riproposti dalla nostra Rete i punti di criticità già espressi in passato nelle rare occasioni in cui ci è stato possibile interagire con il Parlamento tramite audizione.
"Lo scorso anno - dichiara Giorgio Beretta analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal) e di Rete Pace Disarmo - la Relazione governativa inizialmente inviata alle Camere riportava un'ampia mancanza di dati nella sezione redatta dall'Agenzia delle Dogane: errore che era sfuggito sia al controllo dei funzionari governativi che hanno redatto, compilato e diffuso la Relazione sia ai Parlamentari. Ma che è stato prontamente individuato e segnalato dai nostri ricercatori. Questo fatto evidenzia, ancora una volta, l'importanza del controllo esercitato dalle organizzazioni della società civile: azione che può essere significativa solo se la Relazione fornisce tutti i dati in modo completo e puntuale. Dobbiamo invece registrare, ormai da diversi anni, una continua erosione della trasparenza che ha finito per penalizzare l'attività di controllo sull'operato del Governo anche da parte del Parlamento".
Proprio per questo secondo la Rete è “indispensabile che le Commissioni preposte, in particolar modo la Commissione Affari Esteri sia della Camera che del Senato, dedichino una speciale attenzione all'analisi della Relazione, da effettuarsi in maniera approfondita e non solo formale. E, soprattutto, senza cedere alle pressioni degli interessi dei produttori di armi, come avvenuto troppo spesso in passato, invitando invece in audizione le associazioni della società civile che da decenni sono impegnate nel controllo del commercio italiano di armamenti. Rete Italiana Pace e Disarmo continuerà a premere nelle opportune sedi affinché tutti i dati di dettaglio sull'esportazione di armamenti siano forniti al Parlamento italiano, all'opinione pubblica e alle Istituzioni internazionali (secondo gli obblighi del Trattato ATT sul commercio di armi e della Posizione Comune UE). Affinché sia possibile evidenziare ogni eventuale non aderenza ai criteri e alle prescrizioni delle norme nazionali ed internazionali sulla vendita di armamenti”.