Decreto legge sui flussi migratori: cosa cambia?
Tajani ha tenuto a sottolineare che la filosofia del decreto è quella di “aprire all’immigrazione regolare e avere grande rigore contro l’illegalità, contrastandola e contrastando chi usa l’immigrazione per fare business”. Il ministro degli Esteri ha inoltre riferito altri contenuti del provvedimento: “Obbligo di fornire impronte digitali per gli stranieri che chiedono il visto nazionale, oggi previsto solo per i visti Schengen; eliminazione dell’obbligo per i consolati di dare preavviso formale del rigetto della domanda di visto; obbligo di verifiche preventive al rilascio del nullaosta – o se è già stato rilasciato, prima del rilascio del visto – per i cittadini di Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka dove le irregolarità sono state più pesanti”. “Questi Paesi non escono dal decreto flussi – ha puntualizzato Tajani – ma nell’immediato il rilascio di visti di lavoro sarà sospeso per consentire verifiche effettive in Italia”. La lista dei Paesi potrà essere modificata con decreto del ministro degli Esteri.
Il decreto contiene anche l’ennesimo richiamo nei confronti delle organizzazioni di volontariato. Viene infatti introdotto “l’obbligo per gli aerei delle ong di segnalare eventuali incidenti in mare all’autorità marittima italiana immediatamente”
Per le vittime di caporalato che denunciano situazioni di sfruttamento viene previsto un permesso speciale della durata di 6 mesi, “rinnovabile per un ulteriore anno e prorogabile ulteriormente”, come ha spiegato la ministra del Lavoro, Marina Calderone.
I lavoratori stagionali a cui è scaduto il contratto – e questa è una novità importante – potranno restare in Italia con un permesso per 60 giorni in attesa della sottoscrizione di un nuovo contratto.
Per combattere le truffe si stabilisce che sia irricevibile la domanda del datore di lavoro che nel triennio precedente non abbia sottoscritto il contratto di soggiorno all’esito di una precedente domanda. Proprio per la presentazione delle domande, Mantovano ha affermato che “l’intento è di semplificare il più possibile, poi di abbattere i tempi e allo stesso tempo dare regole certe aggirabili con maggior difficoltà”. “Questo – ha aggiunto il sottosegretario alla Presidenza – si traduce nell’obbligo di precompilazione delle domande rispetto ai ’click-days’ per ampliare i tempi dei controlli”. I ’click-days’ saranno più d’uno per tipologie di lavoratori e questo dovrebbe permettere una gestione meno caotica e una minore pressione sui sistemi informatici che verranno resi “interoperativi”.
@Foto Presidenza del Consiglio dei Ministri