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Roma
di REDATTORESOCIALE.IT 28 nov 2024 07:35

Cresce la povertà sanitaria in Italia

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Secondo i nuovi dati diffusi da Banco Farmaceutico, 7 residenti su 1.000 si sono trovati, nell'anno in corso, in condizioni di povertà sanitaria e hanno dovuto chiedere aiuto a una delle 2.011 realtà convenzionate per chiedere farmaci e cure. L'8,43% in più rispetto al 2023

La povertà sanitaria dilaga in Italia e sempre di più sono le persone che non possono permettersi farmaci e cure: è quanto emerge, come riporta Redattoresociale.it, dagli ultimi dati diffusi ieri da Banco Farmaceutico, in occasione della presentazione, alla Camera dei Deputati, del libro “Tra le crepe dell'universalismo - Disuguaglianze di salute, povertà sanitaria e Terzo settore in Italia”, curato dall’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo scientifico del Banco, che ha sviluppato i nuovi dati sulla povertà sanitaria).

Nell’anno in corso, 463.176 persone (7 residenti su 1.000) si sono trovate in condizioni di povertà sanitaria. Significa che hanno dovuto chiedere aiuto a una delle 2.011 realtà assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per ricevere gratuitamente farmaci e cure che, altrimenti, non avrebbero potuto permettersi. Rispetto alle 427.177 del 2023, c’è stato un aumento del 8,43%.

Per il settimo anno consecutivo, come si legge nel libro, la spesa farmaceutica sostenuta dalle famiglie è aumentata, ma la quota a carico del Servizio sanitario nazionale è diminuita Nel 2023 (ultimi dati Aifa disponibili) la spesa complessiva delle famiglie è pari a 23,64 miliardi di euro, 1,11 miliardi in più (+3%) rispetto al 2022 (quando la spesa era di 22,535 miliardi). Tuttavia, solo 12,99 miliardi di euro (il 55%) sono a carico del Ssn (erano 12,61 nel 2022, pari al 56%). Restano 10,650 miliardi (45%) pagati interamente dalle famiglie (erano 9,91 nel 2022, pari al 44%).

Vuol dire che, rispetto all’anno precedente, le famiglie hanno pagato di tasca propria 731 milioni di euro in più (+7,4%). In 7 anni (2017-2023), la spesa farmaceutica a carico delle famiglie è cresciuta di 2,576 miliardi di euro (+31,9%). La quota a proprio carico riguarda tutte le famiglie, anche quelle povere, che devono pagare interamente il costo dei farmaci da banco a cui si aggiunge (salvo esenzioni) il costo dei ticket.

Le persone in condizioni di povertà sanitaria sono prevalentemente uomini (pari al 54% del campione, contro il 46% delle donne) e persone in età adulta (18-64 anni, pari al 58%). Resta significativa la quota di minori, che sono 102mila (pari al 22%), più degli anziani che corrispondono al 19% (88mila unità). Sostanzialmente identica è la quota dei cittadini italiani (49%, pari a 225.594 unità) e di quelli stranieri (51%, pari a 237.583 unità). Considerando le condizioni di salute, i malati acuti (65%) superano in misura consistente i malati cronici (35%).

Le difficoltà riguardano anche le famiglie non povere. I dati più recenti di Istat rilevano che, complessivamente, 4 milioni 422mila famiglie (16,8% del totale, pari a circa 9 milioni 835 mila persone) hanno cercato di limitare la spesa per visite mediche e accertamenti periodici di carattere preventivo. Tra queste, 678 mila famiglie sono in condizioni di povertà assoluta (31% del totale, composte da circa 1 milione 765 mila persone), mentre 3 milioni 744 mila sono famiglie non povere.

Il contenimento della spesa sanitaria si persegue limitando il numero di visite e accertamenti, oppure rinviando e rinunciando a una parte delle cure necessarie. La strada della rinuncia è seguita, complessivamente, da ben 3 milioni 369 mila famiglie. Ha rinunciato almeno una volta il 24,5% delle famiglie povere, contro il 12,8% di quelle non povere. Significa che 536 mila famiglie indigenti sono particolarmente esposte al rischio di compromettere o peggiorare la propria salute.

Che fare, dunque, dinanzi a questa situazione? La risposta è arrivata da Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico: “Contrastare la povertà sanitaria significa praticare gesti di gratuità in grado di aiutare, concretamente, le persone che hanno bisogno; ma anche approfondire il fenomeno attraverso un lavoro culturale che contribuisca a far prendere sempre più coscienza dell’entità del fenomeno, e dell’importanza di quel sistema di realtà del Terzo settore che, insieme alla sanità pubblica e privata, sta garantendo la sostenibilità di un Servizio Sanitario Nazionale il cui universalismo è sempre più a rischio. I dati e le analisi del nostro Osservatorio sulla Povertà Sanitaria raccontano di un Paese in cui le persone fragili faticano a prendersi cura della propria salute, ma indicano anche nella collaborazione ampia e consapevole tra tanti soggetti (realtà non profit, farmacisti, medici, aziende, cittadini e istituzioni) il metodo per rispondere alla loro esigenza di benessere integrale, fatto di esigenze fisiche, ma anche spirituali, di cure mediche e farmacologiche, ma anche di accoglienza e comprensione”.

REDATTORESOCIALE.IT 28 nov 2024 07:35