Covid: superate le 100mila vittime
La soglia è stata superata, ieri, a un anno esatto dall'avvio del lockdown che per 69 giorni (sino al 18 maggio) bloccò l’Italia nel tentativo di arginare la diffusione di un virus di cui ancora si conosceva poco. Allo studio nuove misure per cercare di frenare il contagio
L'Italia ha superato ieri la soglia delle 100mila vittime per Covid. A un anno esatto dall’inizio del lockdown che per 69 giorni (sino al 18 maggio) bloccò l’Italia nel tentativo di arginare la diffusione di un virus di cui ancora si conosceva poco, al primo morto, di Adriano Trevisan, il 78enne di Vo' Euganeo, se ne sono aggiunte altre 100.102.
Numeri che impressionano e che diventano ancora più preoccupanti alla luce di un virus che nonostante la campagna vaccinale, le tante limitazioni introdotte e i ripetuti appelli alla responsabilità personale, non sembra volere rallentare la sua corsa, tanto che le autorità preposte stanno pensando a nuove misure. Il Comitato tecnico scientifico sta, infatti, valutando eventuali nuove misure restrittive alla luce della diffusione dei contagi. La riunione sarebbe stata sollecitata dal governo alla luce proprio del verbale degli esperti di venerdì nel quale gli scienziati hanno espresso "grande preoccupazione" per la diffusione delle varianti e ribadito la necessità di innalzare le misure a livello nazionale e locale. Tra le ipotesi allo studio, chiusure generalizzate nei fine settimana, zone rosse più rigide e il criterio di 250 casi ogni 100mila abitanti per entrare automaticamente in zona rossa
Di giorno in giorno continua, infatti, a crescere il peso della pandemia nelle terapie intensive italiane, dove l'occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid torna a raggiungere, a livello nazionale, il 29% ovvero appena un punto sotto la soglia definita critica. E sono ben 11 le regioni che la superano. I numeri emergono dal monitoraggio realizzato dall'Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) aggiornato al 7 marzo, che mostra, rispetto ai dati del primo marzo, una crescita del 4% a livello nazionale e due regioni in più oltre soglia. Le 11 regioni che superano il 30%, ovvero il livello definito 'critico' poiché una volta superato risulta difficile poter assistere ad altri pazienti non Covid, viene superato da: Abruzzo (40%), Emilia Romagna (37%), Friuli Venezia Giulia (33%), Lombardia (40%), Marche (42%), Molise (49%), PA di Bolzano (38%), PA di Trento (53%), Piemonte (32%), Toscana (34%), Umbria (58%). Per quanto riguarda invece i posti occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri di malattie infettive, pneumologia e medicina generale, la quota nazionale sale al 33%, ancora sotto la soglia critica del 40%, ma 3 punti percentuali in più rispetto ai dati del primo marzo. In questo caso, la soglia critica viene superata da 7 regioni, ovvero 2 in più rispetto a una settimana fa: Abruzzo (43%), Emilia Romagna (45%), Lombardia (44%), Marche (52%), Molise (43%), Piemonte (40%) e Umbria (50%).
L'ipotesi di introdurre misure più restrittive per limitare la nuova diffusione della pandemia, complici le varianti, divide i governatori, mentre si moltiplicano le zone rosse in ambito locale: al via a Napoli, dal 10 le province di Fermo e Pesaro-Urbino, lunedì potrebbe toccare anche al Piemonte. Il governatore del Veneto, Zaia, avverte che al momento non sono previste ulteriori restrizioni oltre la zona arancione. Anche in Lombardia, visto l'andamento della curva dei contagi, l'ipotesi zona rossa si fa semrpre più vicina.