Cisl ripensaci
Cisl ripensaci. Da Nord a Sud si alza la richiesta di un Sindacato in prima linea nel no alla guerra e nella campagna contro il disarmo nucleare.
Nei giorni scorsi un gruppo di iscritti della CISL ha inviato un appello al Segretario Generale, Luigi Sbarra, e a tutti i membri della Segreteria Generale e dell’esecutivo nazionale chiedendo alla CISL di ripensare alla propria posizione perché per fermare l’aggressione di Putin all’Ucraina è necessario far tacere la voce delle armi. I firmatari dell’appello #CISLripensaci hanno manifestato il loro disappunto per le motivazioni espresse dal Segretario Generale per giustificare la mancata partecipazione della CISL alla Manifestazione nazionale dello scorso 5 marzo contro la guerra in Ucraina e non si riconoscono nella decisione del loro sindacato di sostenere la scelta del Governo italiano di inviare armi italiane in Ucraina e nella definizione data dal Segretario Generale della “neutralità attiva”, descritta nella sua lettera ai quotidiani nazionali come una parola d’ordine ambigua che “rischia di mettere sullo stesso piano vittime e carnefici”.
Nell’appello i firmatari ribadiscono che la definizione di “neutralità attiva” si fonda su quel continuo e tenace lavoro di "concertazione", di negoziato politico, per costruire la pace fra parti opposte, che non vuol dire essere equidistanti, ma prendere parte, essere partigiani di una soluzione pacifica e dialogica - principio sul quale è fondato lo spirito della CISL sin dalla sua fondazione, ma anche la Costituzione della Repubblica Italiana, con l'articolo 11, e la Legge 185/90 – già gravemente pregiudicati in Parlamento dalle decisioni prese dai diversi governi di inviare armi a paesi in conflitto, non solo all’Ucraina, ma anche all'Arabia Saudita per la guerra nello Yemen e, in passato, alla stessa Russia.
Ribadiscono che rinunciare al ruolo negoziale, di dialogo, accodandosi nella scorciatoia delle armi, distrugge la possibilità di costruire quelle relazioni generative del bene.
La richiesta di un ripensamento portata avanti nell’appello #CISLripensaci si fonda sulla ricerca dialogante di un possibile cambio di passo in grado di portare il sindacato ad essere uno dei promotori del percorso #Italiaripensaci per l’adesione al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari, nella consapevolezza che mostrare i muscoli, anche nucleari, chiude qualsiasi possibilità alla costruzione di un percorso di pace, lasciando che si arricchiscano le industrie di armi e muoia l’economia civile e il buon lavoro, quello che crea la vera ricchezza per tutti e non dolore e morte.