Verso la 48ª Settimana sociale
Il lavoro è "la priorità assoluta" per il Paese, sottolinea il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. Al via le prime iniziative per prepararsi all'evento ecclesiale, che avrà a tema “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale”
La denuncia e il racconto, porre sotto i riflettori il malaffare e – all’estremo opposto – le buone pratiche, per giungere infine alla proposta, perché alle parole seguano i fatti. Questo il cammino tracciato per la 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani, che si terrà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre 2017 e avrà come tema “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale”.
A dare il via ufficialmente al percorso di avvicinamento è stata la lettera-invito, firmata dal presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani, il vescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro. La Settimana sociale, che si propone di “realizzare un incontro partecipativo” e rinnovare “l’impegno delle comunità cristiane” sul tema del lavoro, andrà preparata – segnala il Comitato nel documento – con un “percorso diocesano” per portare a Cagliari un contributo “partecipato”, seguendo “quattro registri comunicativi”.
Dapprima “denunciare le situazioni più gravi e inaccettabili: sfruttamento, lavoro nero, insicurezza, disuguaglianza, disoccupazione – specie al Sud e tra i giovani – e problematiche legate al mondo dei migranti”. Poi il racconto del lavoro “nelle sue profonde trasformazioni, dando voce ai lavoratori e alle lavoratrici”, interrogandosi “sul suo senso nel contesto attuale”.
E, per andare oltre lo sterile lamento, raccontare pure “le tante buone pratiche che, a livello aziendale, territoriale e istituzionale, stanno già offrendo nuove soluzioni ai problemi del lavoro e dell’occupazione”. Tutto questo dovrà poi servire a “costruire alcune proposte che, sul piano istituzionale, aiutino a sciogliere alcuni dei nodi che ci stanno più a cuore”.
La Chiesa riconosce che il lavoro è “la priorità assoluta” per l’agenda politica, ha dichiarato il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, a margine della Messa prenatalizia con i parlamentari, auspicando che dalla Settimana sociale venga “un contributo” di idee e di azione perché, quando manca il lavoro, “non c’è dignità e non c’è progetto di vita”. D’altra parte la Chiesa è già in prima linea – con la Caritas e le parrocchie, le mense e i dormitori – per dare una risposta all’emergenza.
Ma – ed è questa la sfida dell’evento di Cagliari – non basta fermarsi a tamponare la falla, bisogna che la nave riprenda la navigazione. Perché, nonostante timidi segnali di ripresa riportati dalle statistiche, la crisi ancora morde la “carne viva” della gente.
“Nella Settimana sociale – precisa il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, – non si tratterà di raccontare le buone pratiche, ma di farle incontrare, interagire, metterle in rete. Facendo vedere come si fa bene il bene”. Così la dottrina sociale può trovare concreta applicazione e testimonianza, rendendo l’evento ecclesiale “un punto di partenza, frutto dell’entusiasmo e del contagio che in quella circostanza saremo in grado di mettere in circolo”.
“Dalla crisi del lavoro non se ne esce lamentandosi, ma con imprese virtuose, positive, capaci di coinvolgere”.
Questo il senso del passaggio dal racconto alla proposta nelle parole di monsignor Filippo Santoro, che nel Progetto Policoro, ad esempio, vede “la testimonianza di come sia possibile, in situazioni difficili, dare una risposta positiva, che ha come punto di partenza un lavoro educativo, e quindi il coinvolgimento delle persone, in una dimensione partecipativa”.
Le buone pratiche e le trasformazioni del lavoro – con l’avvento dell’azienda 4.0 – sono state al centro, lo scorso novembre, del Festival della dottrina sociale, che da ormai sei edizioni fa incontrare a Verona in un proficuo scambio imprenditori, istituzioni, sindacati, e quest’anno ha rappresentato la prima tappa nazionale del cammino verso Cagliari.
Mentre il prossimo 8 e 9 febbraio a Napoli sarà la volta della denuncia e del far emergere le buone pratiche presenti nel Mezzogiorno con il convegno “Chiesa e lavoro. Quale futuro per i giovani del Sud”. Nel frattempo, stanno partendo iniziative a livello locale. A Roma la Pontificia facoltà di Scienze dell’educazione “Auxilium”, tra novembre e dicembre, ha promosso un ciclo d’incontri sul lavoro “umano” (dal valore e la dignità del lavoro alle competenze trasversali, al ruolo della donna), facendo dialogare docenti e imprenditori.
In Sardegna, invece, ha preso il via un percorso di incontri voluto dalla Conferenza episcopale regionale che – mese dopo mese – interesserà le diverse diocesi. La Settimana sociale, insomma, sarà l’evento ecclesiale italiano per eccellenza del 2017: Chiese locali e laicato cattolico sono chiamati a costruirlo, stando lì dove la gente vive, soffre le difficoltà di un mondo in rapida trasformazione e non smette di sperare.