Un santo giovane per i giovani
Sabato ad Assisi le beatificazione di Carlo Acutis, la cui fama di santità , nel breve tempo trascorso dalla sua prematura scomparsa causata da una leucemia fulminante, è arrivata ai quattro angoli della terra
Emozionante, partecipata e soprattutto condivisa. Così si è svolta sabato ad Assisi la cerimonia di beatificazione di Carlo Acutis, il ragazzo milanese morto il 12 ottobre 2016, ad appena 15 anni. Circa 3.000 persone sono accorse nella città di san Franceso da molte parti del mondo, ma non quante ne sarebbero arrivate senza la pandemia in corso. La fama di santità di Carlo infatti, nel breve tempo trascorso dalla sua prematura scomparsa causata da una leucemia fulminante, è arrivata ai quattro angoli della terra.
Come ha raccontato nell’omelia il card. Agostino Vallini, che ha presieduto la celebrazione, Carlo era un ragazzo spontaneo, semplice, amava la natura, appassionato di informatica che da autodidatta costruiva programmi per trasmettere e annunciare il Vangelo, come ha ricordato anche il Santo Padre nell’esortazione apostolica post-sinodale indirizzata ai giovani, “Christus vivit”. Fin da bambino sentiva il bisogno della fede e aveva lo sguardo fisso su Gesù. Diceva spesso che l’Eucaristia era la sua “autostrada per il Cielo”, frase tra le sue più conosciute e ispiratrice anche di alcune canzoni.
Non è frequente vedere a una cerimonia di beatificazione i genitori e i fratelli di un beato ed è stato toccante il momento in cui i genitori Andrea e Antonia hanno portato in processione la reliquia del cuore di Carlo, posta accanto all’altare durante la celebrazione. Già acclamato da alcuni come “il santo protettore di internet”,
voleva attrarre quante più persone a Gesù Eucaristia e per questo aveva anche ideato la mostra sui miracoli eucaristici che ha fatto il giro del mondo. Il miracolo decisivo per la sua beatificazione è accaduto in Brasile, nello Stato del Mato Grosso do Sul dove un bambino di 4 anni affetto da una gravissima malformazione, il pancreas biforcuto, e in fin di vita si è visto guarito nel giro di pochi giorni dopo essere entrato in contatto con alcune reliquie Carlo.
La storia di questo ragazzo ha fatto rapidamente il giro del mondo, grazie social network. Carlo si abbandonò alla Provvidenza durante la fulminante leucemia, desideroso di andare dritto in Paradiso senza passare per il Purgatorio. Questo desiderava e questo chiese a Dio, offrendo le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa, quando capì che la sua salute era molto compromessa. È bello vedere la sua immagine sorridente, viva e rassicurante nella basilica superiore di San Francesco: il quindicenne e il Poverello, due amici di Dio legati dall’amore per gli ultimi, per ogni creatura, e desiderosi di “essere uniti a Dio”, che era il programma di vita dichiarato di Carlo.
Ad Assisi, dove fino al 17 ottobre, presso il santuario della Spogliazione, sarà possibile venerare le spoglie mortali esposte di Carlo e alle 18 di oggi, giorno della sua memoria liturgica, viene celebrata una santa messa in suo onore.
“Il messaggio di Carlo ai giovani è quello di essere se stessi sviluppando tutti quei doni di bellezza, di armonia, di forza, di esuberanza che Dio mette negli adolescenti. Gli adolescenti non sono ragazzi, non sono ancora uomini ma hanno già tutte quelle energie di vita e quelle potenzialità di bene che poi si svilupperanno nella vita adulta. Carlo ha saputo valorizzare tutto questo”. Così il presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Gualtiero Bassetti, ha ricordato la figura del giovane milanese beatificato ad Assisi, dove è sepolto. “Carlo – ha aggiunto l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve – è stato un uomo dei suoi tempi, non era un penitente. Anzi quando pensava alle penitenze di san Francesco gli veniva paura perché era un giovane normale in tutti i sensi. Un ragazzo sportivo, dedito all’informatica, interessatissimo come lo sono tanti giovani oggi. Ai giovani Carlo Acutis dice: siate voi stessi nel valorizzare tutto ciò che Dio vi ha dato”.