Rolfi: referendum esempio di democrazia
Il commento del risultato referendario sull'autonomia nelle parole del consigliere regionale della Lega Nord Fabio Rolfi
"Oltre il 95 per cento di coloro che hanno votato si sono espressi per il si'. Non esulto, sono felice". Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, durante la conferenza stampa post referendum per l'autonomia. Secondo la Regione, la stima del dato finale sull'affluenza nel referendum sull'autonomia "oscilla tra il 38 e il 39% per un numero di votanti di circa 3 milioni". Ne abbiamo parlato con ilconsigliere regionale della Lega Nord Fabio Rolfi.
Anche a fronte del successo del voto in Veneto, possono esserci maggiori margini di manovra rispetto al governo centrale?
Direi proprio di sì. Tra Veneto e Lombardia hanno votato più di 5 milioni di persone. In Veneto si è ampiamente superato il quorum - cosa che capita raramente nei casi in cui c’è un referendum, basta guardare a quanto accaduto nel corso degli ultimi 10 anni su temi molto impattanti, divisivi. In Lombardia hanno votato oltre il 40% dei cittadini. E’ stata un grande esempio di democrazia, una grande giornata in cui si è avvicinata la politica ai cittadini. E’ molto importante se consideriamo lo scollamento fra politica e ciò che sente e vuole la gente. Ieri abbiamo dato la dimostrazione che si può andare in controtendenza. Abbiamo interpellato le persone per sapere se un’iniziativa politica finalizzata a dare più poteri e strumenti alle Regioni fosse un pensiero diffuso. La risposta direi che andata oltre le nostre aspettative. Credo che da oggi l’agenda politica del paese non possa non tenere conto di quanto emerso ieri dalle due Regioni più produttive del Paese e dell’Europa.
Quali saranno i prossimi passaggi?
Domani in giunta regionale discuteremo e presenteremo una riislozione che dovrà diventare delibera, spero, grazie al voto unanime del Consiglio regionale, anche per rispetto nei confronti di chi si è recato alle urnme. Il documento indicherà la strada della trattativa e le competenze da riochiedere ai sensi della Costituzione. Spero in un dibattito franco, sereno, in cui ognuno porti la sua sensibilità, i suoi punti di vista. La Lombardia può chiedere tutte le competenze delegabili ai sensi della Costituzione alle regioni a Statuto ordinario nell'ottica del regionalismo differenziato. Penso all'istruzione, ma non dimentichiamo l'ambiente, la gestione dei Beni culturali, delle Infrastrutture sulle quali la Regione può dare un sprint in più in termini di efficenza, buon governo e gestione in linea con le aspettative di una Regione che non può perdere la competizione europea.
Con una maggiore richiesta di autonomia come si possono porre gli enti locali?
In questo processo che dovrà sfociare in una richiesta e attivazione di un tavolo di negoziato, noi coinvolgremo gli enti locali. Nell'ambito del dibattito consiliare circa la delibera che rappresenterà la base della trattativa, ci sarà una fase di coinvolgimento e confronto con gli enti locali, il mondo delle categorie. La delegazione lombarda al tavolo delle trattative con Roma non dovrà essere rappresentata unicamente dal presidente Maroni, di per sé comunque legittimanto dal voto popolare, ma sarà rappresentativa di tutta la Lombardia (Comuni, l'Anci lombardo, le Province, le Comunità montane, le associazioni di categoria), da tutti coloro i quali si sono espressi per il sì.