Nella tragedia il meglio dell'Italia
La prolusione del card. Angelo Bagnasco al consiglio permanente dei vescovi italiani in corso a Roma. Il presidente della Cei ha ricordato come le comunità cristiane sparse sul territorio abbiano contribuito con quasi 22 milioni di euro alla “colletta” indetta a favore delle popolazioni terremotate. La Chiesa italiana di fronte ad altre urgenze
Il terremoto, “cronaca pesante e perdurante” che in questi mesi ha flagellato – e continua a flagellare – il Centro Italia “con le continue scosse, le eccezionali nevicate, le vittime, i feriti, gli affetti, le case, le chiese e i paesi distrutti”. Ma anche occasione per “esprimere in diversi modi la nostra vicinanza solidale alle popolazioni colpite”.
È l’inizio, e nello stesso tempo il cuore, della prolusione del card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, al Consiglio permanente dei vescovi italiani, in corso a Roma. Il primo “grazie” di Bagnasco, sulla scorta del Papa, è andato ai “parroci che non hanno lasciato la terra”, il secondo è per “le mani di tanta gente che hanno aiutato a uscire da questo incubo”.
La tragedia del terremoto “ci sta consegnando anche il volto migliore del nostro Paese, della nostra gente, pronta a mettere in gioco la propria vita per salvare quella altrui”. Il presidente della Cei ha ricordato come le comunità cristiane sparse sul territorio abbiano contribuito – finora – con quasi 22 milioni di euro alla “colletta” indetta dalla Cei a favore delle popolazioni terremotate.
A questi fondi vanno aggiunti il milione di euro stanziato dai fondi dell’otto per mille “il giorno stesso delle prime scosse” e i 300mila euro messi a disposizione di ogni diocesi interessata “per interventi su edifici ecclesiastici, destinati al culto e alla pastorale”. Un altro tema affrontato dal presidente dei vescovi italiani è stato quello del vertiginoso aumento della povertà in Italia.
“Dall’inizio della crisi – ha sottolineato il card. Bagnasco -, le persone in povertà assoluta in Italia sono aumentate del 155% e oggi sono 4 milioni e 600mila”. Numeri, ha ricordato il Cardinale, che chiedono misure urgenti ed efficaci di contrasto. Per questo ha invitato a prestare la massima attenzione alle legge delega sul reddito d’inclusione e alla predisposizione del piano nazionale contro la povertà, perché “la crisi economica – ha sottolineato - continua a pesare in maniera significativa sulla nostra gente, specialmente sui giovani e sul Meridione”.
Nella parte della prolusione dedicata ai “drammi che continuano a consumare popoli interi, vittime di persecuzione e violenza, di povertà e guerra”, il cardinale ha lanciato un appello a misurarsi con “la situazione dei minori non accompagnati ed esposti a ogni sorta di abuso“. “La Chiesa – a partire dalle nostre parrocchie, dai centri della Fondazione Migrantes e dalle Caritas diocesane – è in prima linea nell’accoglienza”, ha ribadito.
Due le proposte della Cei: “Il riconoscimento della cittadinanza ai minori che hanno conseguito il primo ciclo scolastico” e “la possibilità di affidare i minori non accompagnati a case famiglia”. Il presidente della Cei non ha mancato poi di affrontare temi che toccano dal di dentro la vita della Chiesa. “Episodi di infedeltà al ministero e di oggettivo scandalo sono motivo di dolore, ma non fanno comunque venir meno la stima e l’ammirazione per il presbiterio nel suo complesso”.
È il “pensiero fiducioso e grato” ai sacerdoti, al centro del “lavoro di ascolto, confronto collegiale e approfondimento che abbiamo condotto negli ultimi due anni in Assemblea generale, in Consiglio permanente e nelle Conferenze episcopali regionali”. E che culminerà con l’esame del Sussidio sul rinnovamento del clero. Sullo sfondo, “la vita concreta delle nostre parrocchie e unità pastorali”, come “luogo di accoglienza paziente per tutti”.
I vescovi sono “responsabili” della formazione dei giovani, “accanto alle famiglie e alle altre agenzie educative”. Nel sottolinearlo, il presidente della Cei ha espresso gratitudine al Papa per aver scelto i giovani come tema del prossimo Sinodo: "Accantoa loro, per loro e con loro intendiamo testimoniare ragioni di vita, affascinandoli alla fede di Gesù e a cercare rispsta alle domande più profonde del cuore, quelle che la cultura dominante vorrebbe distrarre o liquidare con l'offerta di strade menzognere".
L’unità dei cristiani è “decisiva, perché il mondo creda”. Al termine della prolusione, il card. Bagnasco si è associato alle parole pronunciate dal Papa durante il viaggio in Svezia, in occasione del quinto centenario della Riforma luterana: “Non possiamo cancellare ciò che è stato, ma non vogliamo permettere che il peso delle colpe passate continui a inquinare i nostri rapporti”.
“Compiere ogni passo, pur piccolo, che aiuti a progredire verso la comunione fraterna”, l’invito alle comunità locali. E, infine, un pensiero al lavoro futuro che “già guarda con fiducia alla prossima Assemblea generale, dove saremo chiamati a eleggere la terna relativa alla nomina del presidente della Cei”.