Martinez: Fare fraternità, con sguardo profetico
Presidente Martinez, si è appena conclusa la Conferenza nazionale animatori, svoltasi al Palaterme Fiuggi con 400 delegati da ogni parte d’Italia, in 133 luoghi diocesani e interdiocesani d’Italia, della Svizzera e a Parigi, Stoccarda, Chisinau, per un totale di circa 12.400 presenze. Quale bilancio possiamo trarre da questo “cantiere” con cui si è inaugurato il Giubileo d’oro del Rinnovamento in Italia? Giungiamo al 50° anno della nostra storia e, tra memoria e memoriale, con sguardo grato e profetico, sentiamo davvero il bisogno di “ricominciare”, di guardare avanti senza lasciare indietro nessuno, di tornare a stare insieme, a fare fraternità, a sentire una nuova ansia missionaria, quella che scaturisce dal nostro “stare nel Cenacolo”, in preghiera, sottomessi alla guida dello Spirito Santo. Tanti hanno smarrito il cammino e chiedono che si superi insieme l’emergenza spirituale che il Covid ha generato, mettendo in crisi le relazioni e le prassi pastorali, oggi bisognose di essere ripensate. Sono stati giorni di intenso ascolto, di revisione e condivisione, di profonda e commossa gioia, che ci hanno permesso di apprezzare una circolazione di carismi e ministeri mai visti in passato.
La Conferenza rappresenta un momento di formazione e spiritualità per il Movimento e, assieme al livello nazionale, ha visto il coinvolgimento attivo dei 1.600 Cenacoli, Gruppi e Comunità presenti sul territorio. In che modo queste “reti” organizzative ideate per l’occasione sono riuscite ad attuare una sinergia? In un modo unico, mai prima sperimentato. 1.064 persone, afferenti a 8 Reti organizzative nazionali, per circa due mesi hanno condiviso “visione e progetto” della 45^ Conferenza nazionale animatori con il Comitato nazionale di servizio, pregando insieme e preparando insieme ogni cosa.
Una sussidiarietà circolare e comunitaria che ha reso tutti veramente corresponsabili, con un programma cogestito, a livello nazionale e diocesano; un unico format, con pagine vissute, allo stesso tempo, insieme e per livelli di partecipazione, diversificati, con il protagonismo locale di migliaia di animatori, che hanno così potuto mettere a disposizione carismi e ministeri altrimenti inespressi. Senza l’ausilio di potenti piattaforme digitali, di cui ci siamo dotati, tutto questo non sarebbe stato possibile. È un esempio virtuoso di come la tecnologia si debba “consacrare” alla costruzione del Regno di Dio e di come si possa mettere a servizio dell’animazione delle comunità. All’indomani dell’apertura della fase diocesana del Sinodo sulla Sinodalità abbiamo sentito urgente la volontà di rilanciare l’animazione carismatica nelle realtà territoriali, una testimonianza di vitalità ecclesiale come supplemento di responsabilità e di partecipazione al cammino delle nostre Chiese diocesane.