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Kikwit
di VITTORIO BERTONI 08 apr 2022 08:18

Maison de Paix: un'oasi per il diritto allo studio

Si chiama “Maison de Paix” la struttura attiva a Kikwit nella Repubblica Democratica del Congo che, dal 2018, accoglie una scuola dell’infanzia e una primaria. L’avventura inizia il 29 gennaio 2011 con la firma dell’Atto costitutivo dell’Associazione Sfera intitolata a mons. Gennaro Franceschetti. Anima del progetto, che ruota intorno alle parole sviluppo, fraternità, educazione, responsabilità e accoglienza e che raggruppa diverse realtà, è mons. Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’educazione cattolica della Santa Sede.

L’ispirazione è chiara: un impegno serio per l’Africa, in particolare per i bambini e le mamme, che sia frutto della valorizzazione delle singole competenze professionali chiamate a collaborare tra loro, ma al contempo un’autentica testimonianza di fratellanza, educazione e accoglienza, per promuovere l’educazione interculturale. Nell’anno scolastico in corso, sono attive tre classi della scuola dell’infanzia e tre classi della scuola primaria, per un totale di 133 alunni. Ogni classe è seguita da un insegnante unico che si occupa delle diverse discipline. Le scuole sono aperte dal lunedì al venerdì e le attività scolastiche iniziano alle 7.30. La gestione è garantita da un’associazione di diritto costituita da Sfera, dalle Angeline e dal Movimento dei Focolari in Congo.

Le suore, però, fanno presente alcune criticità. Prioritario risulta essere il pagamento e, di conseguenza, il mantenimento degli insegnanti, per il quale si auspica la presa in carico da parte dello Stato. Da potenziare anche la loro preparazione: perciò sono viste di buon grado missioni con un focus specifico sulla scuola e sulla formazione. Si sta lavorando per la creazione di un dialogo efficace con le famiglie. Vengono proposti alcuni incontri aperti per creare un comitato di genitori che sia di supporto agli insegnanti. Un secondo aspetto di criticità riguarda la distanza che gli alunni devono percorrere per raggiungere la scuola: le suore ritengono che l’ipotesi di acquistare uno scuolabus possa aiutare molto tutte le famiglie degli alunni attualmente iscritti, incrementare il numero di potenziali iscritti e garantire il diritto allo studio anche ai bambini con eventuali disabilità fisiche. Infine, preoccupa anche il pagamento delle rette per sostenere le spese scolastiche. Considerato il contesto, non c’è rigidità nella loro definizione in modo da scongiurare il pericolo che ragioni economiche portino alla negazione di un diritto fondamentale quale lo studio. Un impegno importante che per essere mantenuto necessita di ingenti risorse economiche, ma anche umane e spirituali.

VITTORIO BERTONI 08 apr 2022 08:18