Le firme che diventano migliaia di opere
“Se fare un gesto d’amore ti fa sentire bene, immagina farne migliaia”. Questo è il claim della nuova campagna 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in relazione il valore di ogni firma con la realizzazione di migliaia di progetti in Italia e in Paesi in via di sviluppo. La campagna, attraverso la cifra semantica dei “gesti d’amore”, prende le mosse dalla vita quotidiana degli italiani e arriva fino alle opere della Chiesa. Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, spiega come il messaggio dei nuovi spot punta ad essere immediato ed intuitivo: “Gli spot scommettono su gesti quotidiani alla portata di tutti, che ti fanno sentir bene quando li compi”. Sono questi i valori del Vangelo su cui la campagna ha voluto scommettere.
Dopo gli anni difficili della pandemia, quest’anno la campagna vola anche all’estero per documentare come a Tosamaganga, in Tanzania, con il supporto delle firme, la speranza sia giunta in aula e in corsia. È infatti importante far conoscere ai contribuenti l’aiuto alle popolazioni più fragili. “Da sempre tra i progetti che noi finanziamo ci sono opere che mirano a raggiungere le popolazioni più provate e abbandonate del pianeta, per far crescere competenze e professionalità adeguate – afferma Monzio Compagnoni –. L’ospedale di Tosamaganga ne è una testimonianza esemplare”.
La campagna sostiene che le firme dei contribuenti per la Chiesa cattolica generano un “plus-valore” rispetto alla somma che riceve dai fondi dell’8xmille. Il motivo: “I progetti finanziati con questi fondi si avvalgono, nella stragrande maggioranza, del contributo fondamentale di migliaia di volontari. Se non ci fosse la Chiesa e il lavoro del volontariato ci sarebbe un vuoto enorme”. Proprio per questo la comunicazione degli spot dell’8xmille sono caratterizzati dall’assenza di attori, perché i protagonisti soni gli operatori, i volontari e i fruitori.
Siccome la comunicazione ormai non può prescindere da un uso dei social, l’8xmille è molto presente sul web, con il fine di raggiungere meglio i propri interlocutori. Ma come vuole precisare Monzio Compagnoni: “La cosa più importante rimane la consapevolezza delle nostre comunità e il loro supporto. Ogni comunità e ogni singolo cristiano devono sentirsi responsabili di questa macchina e devono offrire il proprio contributo perché le persone firmino e facciano firmare, mettendo a frutto le potenzialità di uno strumento di democrazia fiscale davvero straordinario”.