Lavoro, famiglia e pace
Un nuovo presidente nazionale, Alfonso Luzzi, e tre priorità per il prossimo quadriennio che Mcl si appresta a vivere
Alfonso Luzzi è il nuovo Presidente che il Consiglio Generale ha eletto a marzo all’unanimità. Sposato con due figli, da quarant’anni è impegnato nel Mcl di cui era il Vicepresidente Vicario e tutt’ora ricopre l’incarico di direttore Generale del Patronato Sias. Al suo secondo mandato nel Cnel, di cui è componente del Consiglio Presidenza, è pure membro del Cda di Eza (European Centre for Workers’ Questions) a Bruxelles. Nel suo intervento al Congresso Nazionale ha indicato quale sarà il percorso dei prossimi quattro anni, nella fedeltà ai principi sanciti dallo Statuto e in risposta alle emergenze di questo tempo: “Assumo la guida del Movimento cristiano lavoratori facendo mio l’invito del cardinale Zuppi al nostro congresso: quello di camminare insieme, nel nostro impegno nel mondo del lavoro come in quello per la pace in piena unità con la Chiesa, in un momento molto difficile della nostra storia”.
Il tema del lavoro, ha ribadito Luzzi, caratterizzerà l’impegno del Movimento nei prossimi anni; in particolare il lavoro povero. “Cinque milioni e mezzo di persone che sono in povertà assoluta, ai quali si aggiungono i quasi tre milioni di quelle che lavorano guadagnando meno di 1.000 euro al mese, costituiscono quasi un quarto delle famiglie italiane ed il dato rappresenta una bomba sociale che rischia di deflagrare. Nei nostri uffici di Patronato, Caf e assistenza sociale raccogliamo quotidianamente il disagio e le difficoltà economiche di tanti”.
L’altra priorità su cui concentrare l’impegno è la famiglia. “È necessario aumentare le politiche che le imprese devono adottare per favorire un maggior equilibrio tra la vita lavorativa e quella personale; è un investimento importante che il Paese deve fare per il futuro del nostro sistema di welfare e per combattere la denatalità. Non dimentichiamo che lo scorso anno l’Italia è scesa per la prima volta sotto la soglia dei quattrocentomila nati” ha ricordato Luzzi.
“All’interno di una famiglia gli obiettivi di vita e quelli economici devono convivere senza che gli uni penalizzino gli altri. È quindi necessario ripensare i tempi del lavoro per garantire ambedue gli obiettivi”. Il presidente Luzzi a questo proposito richiama alcuni temi su cui agire: settimane corte, smart working garantito per almeno la metà dell’orario di lavoro, possibilità di variare l’orario di lavoro nel corso della propria giornata lavorativa e poi misure politiche strutturali che diano alla famiglia la stabilità economica di cui ha bisogno. Tra queste certamente il quoziente familiare, ma non solo.
Il tema del lavoro è stato centrale nel dibattito congressuale di Mcl e Luzzi in queste settimane ha rilanciato una proposta concreta che aveva avanzato da tempo: “In un Paese civile, non possono morire oltre mille persone l’anno per incidenti sul lavoro. Uno degli istituti meglio gestiti nel nostro paese è l’Inail che chiude ogni anno il suo bilancio con importanti avanzi finanziari: nel 2022 e nel 2023 oltre due miliardi e mezzo. Come Mcl porteremo avanti delle iniziative di sensibilizzazione degli interlocutori istituzionali, affinché una parte dell’utile annuale e di quello accantonato venga destinato alla formazione dei lavoratori e delle imprese sulla sicurezza.
Un modo, spiega Luzzi, “potrebbe essere quello di aumentare le risorse che annualmente l’Istituto destina al bando Isi per il finanziamento a fondo perduto per il rimborso delle spese che le aziende sostengono per la sicurezza. Oggi, infatti, poco più del 20% delle aziende che partecipa al bando riesce ad accedervi”. Infine, tempestività nell’erogare quanto dovuto per sostenere le famiglie drammaticamente colpite.
Le nostre priorità non devono ridurre l’impegno per la pace e la democrazia in un contesto geopolitico allarmante per le drammatiche conseguenze delle guerre in corso: migliaia di vittime, popolazioni ridotte in povertà estrema, intere nazioni distrutte e il pericolo di una terza guerra mondiale. Di fronte a tutto questo l’Europa è debole. “Mcl è europeista e soprattutto ha il proprio animo fondativo nel cattolicesimo” commenta il Presidente Luzzi, “e in questo contesto trova piena identificazione nelle parole di papa Francesco: ‘Dobbiamo fare tutti gli sforzi per negoziare e finire la guerra’. La crisi dell’Europa nasce dalla debolezza della propria identità che era forte nel pensiero politico dei suoi padri fondatori”. A quello dobbiamo ritornare.