La Pasqua di Maria è segno di speranza
Assunzione. La Pasqua di Maria è segno di speranza per l’umanità
La Vergine Maria, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo. Questo il cuore dell’annuncio che la Chiesa fa in questa solennità del 15 agosto, indicando questo giorno con le parole della tradizione come la “dormitio” o la Pasqua di Maria.
La Vergine chiude gli occhi alla terra per riaprirli al Cielo. Un solo istante l’ha separata dal suo ingresso in Cielo e dalla grazia di contemplare di Dio.
Alla centralità del dogma, che sembrerebbe riguardare solo lei, si unisce la tenerezza e la sensibilità della Chiesa che così si esprime nella liturgia rivolgendosi al Padre: “Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita”.
Così la festa ci riporta al progetto divino che ha previsto particolari doni di grazia a Maria in vista dei meriti del Figlio e per il bene di tutta l’umanità.
Celebrare l’Assunzione di Maria non è solo il ricordo di quanto avvenuto in lei “per la potenza di Dio” ma una prospettiva di grande speranza, sapendo che con lei si è spalancata la strada al Cielo. San Giovanni Maria Vianney, il curato d’Ars, con sacerdotale dolcezza diceva che Maria è salita per prima su scala che il diavolo aveva spezzato e il Figlio aveva ricostruito. Ora lei la tiene ferma dall’alto affinché tutti possano farne buon uso.
Possiamo perciò dire che con l’Assunzione si completa la promessa su Maria e si apre il tempo della promessa per tutti noi.
Si è così aperto il tempo della speranza e della consolazione nel corso del quale la Vergine ci ricorda che dove lei è già saremo anche noi. L’Assunzione non è quindi la narrazione di un mitologico racconto del “rapimento” verso il Cielo di una creatura, per un capriccio degli dèi, ma l’anticipazione del destino finale per ciascuno uomo che cerca di Dio con sincerità di cuore.
In un tempo di smarrimento contempliamo il cielo aperto e in esso il segno grandioso della donna vestita di sole, cioè vestita di Dio; l’invaghimento per la Vergine, condotta nella stanza del Re, è l’invaghimento di Dio per l’uomo, è quella pazzia d’amore di cui Papa Francesco ha parlato ai giovani nell’ultima Giornata mondiale dei giovani.
È offerta una meravigliosa prospettiva e una sicura promessa all’intera umanità, contro la quale continua a muovere le sue strategie il Maligno che nella parola di Dio è descritto come “l’enorme drago rosso” che precipita giù un terzo delle stelle del Cielo ed è pronto a rapire il figlio. Dio ha preparato un rifugio sicuro per la donna, un rifugio sicuro per il Figlio e per l’intera umanità.
Oggi più che mai, mentre nubi tenebrose di guerra e di odio annebbiano il Cielo, creando quella cortina che ci impedisce di guardare verso l’Alto e verso la luce, Maria la piena di Grazia, la piena di Dio, fende la nebbia per far sentire forte la sua presenza a quanti cercano speranza e si adoperano per costruire ponti di amore e di pace.
Mentre siamo aggrappati al nostro presente questa festa ci parla del nostro futuro;
Maria Assunta in Cielo è la creatura che più di tutte testimonia che il Paradiso è possibile
e lei ha già raggiunto la pienezza della salvezza e la trasfigurazione del suo corpo mortale. Tutte le volte che la Madonna si è resa presente alla storia e alle sofferenze dei suoi figli non è mancato mai il richiamo e la prospettiva del Cielo; lei ci aspetta e allo stesso tempo ci sollecita a camminare verso il regno di Dio. La Madre del Signore, immagine della Chiesa stessa, è la garanzia luminosa che il destino di salvezza è assicurato a tutti perché come in lei, così in tutti noi, il Risorto attuerà pienamente la sua redenzione; ella è già quello che anche noi saremo nella nostra pasqua.
Questa fede e questa speranza ci liberano dalle paure e dalle angosce della vita presente e ci aiutano a vivere ogni giorno da risorti portando, già qui, nelle oscurità del male la luce del bene.