Il Presepe pasquale, una tradizione antica
Le vendite del Presepe pasquale fino al 16 marzo 2023 sono state il 50% in più rispetto ai primi tre mesi del 2022, periodo in cui è stato lanciato su Holyart.it. Gli utenti che l’hanno acquistato sono prevalentemente privati (82%) a conferma che il Presepe pasquale rappresenta una tradizione prettamente popolare, mentre sacerdoti, consacrati e parrocchie che l’hanno scelto costituiscono una minoranza fra la clientela. Nella composizione geografica il 35% dei ricavi del Presepe pasquale è realizzato in Italia. All’estero gli Stati Uniti, dove non è mai esistita la tradizione del presepe pasquale, corrispondono al 10% del fatturato della categoria. L’Europa, invece, esclusa l’Italia corrisponde al 50% del fatturato della categoria, dove la Francia, con una quota del 40% di fatturato è il primo Paese ad acquistare il Presepe pasquale.
Tutti conoscono fin da bambini il presepe classico, quello che si fa a Natale. Rappresenta la Natività di Gesù, arricchita dalla presenza di pastori, contadini, suonatori e animali. E al centro, naturalmente, la capanna, o la grotta, con la Madonna, San Giuseppe e il piccolo Gesù nella mangiatoia, scaldato dal fiato caldo del bue e dell’asino.
Il presepe è per tradizione solo la rappresentazione della Natività, come suggerisce il suo stesso nome. Infatti Presepe deriva dal latino praesaepe, cioè mangiatoia. La mangiatoia in cui Gesù Bambino venne posto dopo la nascita.
Dunque, da cosa nasce l’idea di realizzare un presepe di Pasqua?
In realtà i due presepi, natalizio e pasquale, condividono la stessa origine, ovvero la necessità di rendere visibili e comprensibili agli occhi della maggior parte delle persone, uomini del popolo e contadini, incapaci di leggere e comprendere appieno le Sacre Scritture, gli avvenimenti sacri e le vicende legate alla vita e alla morte di Gesù.
Lo stesso presepe natalizio nasce come presepe vivente, con questa finalità didascalica e di diffusione di verità, altrimenti destinate a rimanere appannaggio dei pochi dotti. E, come artigiani e artisti iniziarono a modellare statuine che rappresentavano la Natività, fino a dare vita alla tradizione presepiale italiana che tutti conosciamo, è presumibile che allo stesso modo abbiano iniziato a ricreare scene della Passione e della morte di Gesù, dall’ultima cena, alla meditazione nell’orto del Getsemani, al giudizio di Pilato, fino alla crocifissione, alla sepoltura e alla risurrezione.
Si può anche collegare la nascita di questa tradizione di presepe pasquale con quella della Via Crucis, nata per supplire all’impossibilità da parte di molti fedeli, di recarsi in pellegrinaggio nei luoghi reali della passione e della morte di Cristo. Così, ricostruendo all’interno delle chiese e dei luoghi di culto le varie stazioni di questa Via dolorosa, sotto forma di dipinti, sculture, e altre rappresentazioni, si dava la possibilità a chiunque di essere partecipi di quei momenti terribili e di grande impatto spirituale.