Il nuovo governo pensi ai poveri
Questo il monito che il card. Gualtiero Bassetti, presidente dei vescovi italiani, ha lanciato alle forze politiche dopo il voto del 4 marzo
In attesa della prima convocazione del nuovo parlamento prevista per il 23 marzo e con le forze politiche ancora impegnate tra analisi post elettorali e la definizione di scenari futuri, da Assisi arriva un monito a chi si assumerà la guida dal Paese: "Il nuovo governo sia di gente retta che pensa ai poveri”. Ad esprimersi in questi termini è stato il presidente della Conferenza episcopale italiana, il card. Gualtiero Bassetti, rispondendo ai giornalisti a margine della presentazione, nei giorni scorsi al Sacro Convento di Assisi, del nuovo libro di padre Enzo Fortunato “Francesco il ribelle. Il linguaggio, i gesti e i luoghi di un uomo che ha segnato il corso della storia”. A chi sarà al governo il cardinale chiede "di essere totalmente al servizio della gente e di ascoltarla" e di “attuare quello che “noi anche nella dottrina sociale della Chiesa chiamiamo il bene comune che è il bene di tutti".
Commentando ancora l’attuale situazione politica italiana, il presidente dei vescovi italiani ha detto di essere soddisfatto per l’alta affluenza alle recenti elezioni che dimostra l’interesse della gente per la politica, e che “ora sarà il presidente della Repubblica, nella sua sapienza e prudenza, a dare le indicazioni più opportune". Il porporato si è quindi riservato di dare qualche giudizio più specifico sul tema, durante il prossimo Consiglio permanente, confrontandosi prima con gli altri vescovi.
Il card. Bassetti ha ricordato, infine, che san Francesco è il patrono d’Italia e che rappresenta una delle voci più autentiche “di cui dovremmo essere orgogliosi e che dovremmo valorizzare sempre meglio”. Papa Bergoglio, “il provvidenziale Francesco dei nostri tempi” terminava quell’omelia con una preghiera “per la Nazione italiana, perché ciascuno lavori sempre per il bene comune, guardando a ciò che unisce più che a ciò che divide”, e questa ha concluso il card. Bassetti, “vuol essere anche la mia preghiera e il mio augurio”.