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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 18 ago 2018 15:08

I parroci di mons. Sigalini

Un prete tra i preti, sempre a servizio della comunità, dove il sacerdote non è la guida solitaria di “un club privilegiato” ma è il servitore di un luogo che ha le sue colonne portanti nell’accoglienza, nell’ascolto, nel confronto e nel sostegno reciproco. È questo il profilo del parroco fornito da mons. Domenico Sigalini

Un prete tra i preti, sempre a servizio della comunità, dove il sacerdote non è la guida solitaria di “un club privilegiato” ma è il servitore di un luogo che ha le sue colonne portanti nell’accoglienza, nell’ascolto, nel confronto e nel sostegno reciproco. È questo il profilo del parroco fornito da mons. Domenico Sigalini, presidente del Centro orientamento pastorale. “Oggi – ha sottolineato il presule – la necessità immediata e più profonda è di essere capaci di relazionarsi perché non c’è annuncio del Vangelo se non c’è dialogo con le persone, accoglienza della loro vita, ascolto e stima. Se poi fa parte della vita di una parrocchia è chiaro che il sacerdote deve conoscerne bene i pregi, deve saper tenere i contatti costanti con tutti: giovani, malati, anziani, persone non autosufficienti. Per un giovane parroco l’approccio è facilitato da quella minima ingenuità che caratterizza i primi anni di ministero. Sarà più aperto, ma avrà anche bisogno di un sostegno dei sacerdoti vicini. Adesso che a Brescia si stanno creando tante Unità pastorali, ciò che colpisce le persone è la grande comunione fra i sacerdoti chiamati a vivere e a prendere decisioni insieme, a sostenersi l’un l’altro, sempre a servizio del territorio. Non si è preti senza presbiterio...”.

Per mons. Sigalini, i parroci devono evitare quella tendenza intimistica per la quale “il mio Dio me lo faccio io” vivendo quasi in solitudine l’esperienza di fede. È invece fondamentale l’incontro con la gente, l’avvicinarla ai sacramenti, assicurando la presenza di Dio nell’esistenza di ognuno. Il presidente del Cop punta sui giovani, “una promessa per la Chiesa”, e sull’ascolto: “Abbiamo la Parola, la preghiera ma anche l’ascolto delle persone. Il prete funge da mediatore, permettendo il contatto con la Verità della fede”. Una raccomandazione ai nuovi parroci? “Tendiamo ad essere dei musoni. Loro dovranno essere sempre felici, insistendo molto sulla positività, sulla bellezza dell’aver incontrato Gesù Cristo”.

ROMANO GUATTA CALDINI 18 ago 2018 15:08