Giornata del creato: condivisione, stile di vita
“La condivisione così può diventare stile di cittadinanza, della politica nazionale e internazionale, dell’economia: da quel pane donato può prendere forma la civiltà dell’amore”. Ne sono convinti i vescovi italiani, che nel Messaggio per la Giornata nazionale per la Custodia del Creato, in programma il 1° settembre sul tema: ”’Prese il pane, rese grazie’ (Lc 22,19)'”, esortano a tornare “al gusto del pane”. “Spezziamolo con gratitudine e gratuità, più disponibili a restituire e condividere”, l’invito: “Così ci è offerta la possibilità di sperimentare una comunione più ampia e più profonda: tra cristiani anzitutto, in un intenso respiro ecumenico; con ogni credente, proteso a riconoscere la voce di quello Spirito di cui la realtà tutta è impastata; con ogni essere umano che cerca di fondare la propria esistenza sul rispetto delle creature, degli ecosistemi e dei popoli”. “Prendere il pane, spezzarlo e condividerlo con gratitudine – spiega la Cei nel messaggio – ci aiuta a riconoscere la dignità di tutte le cose che si concentrano in un frammento così nobile: la creazione di Dio, il dinamismo della natura, il lavoro di tanta gente: chi semina, coltiva e raccoglie, chi predispone i sistemi di irrigazione, chi estrae il sale, chi impasta e inforna, chi distribuisce. In quel frammento c’è la terra e l’intera società. Ci fa pensare anche a chi tende inutilmente la sua mano per nutrirsi, perché non incontra la solidarietà di nessuno, perché vive in condizioni precarie: c’è qualcuno che attende il nostro pane spezzato”.
In particolare, “spezzare il pane la domenica, Pasqua della settimana”, è per i cristiani “rinnovamento ed esercizio di gratitudine, per apprendere a celebrare la festa e tornare alla vita quotidiana capaci di uno sguardo grato”. In questo modo, sostengono i vescovi sulla scorta del magistero di Papa Francesco, “l’azione umana è preservata non solo da un vuoto attivismo, ma anche dalla sfrenata voracità e dall’isolamento della coscienza che porta a inseguire l’esclusivo beneficio personale”. “Il riposo è un ampliamento dello sguardo che permette di tornare a riconoscere i diritti degli altri”, sottolineano i vescovi a proposito della domenica: “Così, il giorno di riposo, il cui centro è l’Eucaristia, diffonde la sua luce sull’intera settimana e ci incoraggia a fare nostra la cura della natura e dei poveri”. Mangiare con altri, infine, significa allenarsi alla condivisione: “A tavola si condivide ciò che c’è. Quando arriva il vassoio il primo commensale non può prendere tutto. Egli prende non in base alla propria fame, ma al numero dei commensali, perché tutti possano mangiare. Per questo mangiare insieme significa allenarsi a diventare dono. Riceviamo dalla terra per condividere, per diventare attenti all’altro, per vivere nella dinamica del dono. Riceviamo vita per diventare capaci di donare vita”.