Siete strumenti di evagelizzazione
Sabato scorso i settimanali diocesani ("Voce“ compresa) in udienza da papa Francesco che li ha definiti "strumenti preziosi ed efficaci" e ha auspicato che non venga meno l’impegno da parte di tutti per assicurare l’esistenza e la vitalità a questi periodici. Il commento di don Adriano Bianchi, presidente della Fisc
La media e piccola editoria “possiede, nella propria impostazione, salutari vincoli che la aiutano a generare un’informazione meno massificata, meno soggetta alla pressione delle mode, tanto passeggere quanto invadenti. Essa infatti è geneticamente più legata alla sua base territoriale di riferimento, più prossima alla vita quotidiana delle comunità, più ancorata ai fatti nella loro essenzialità e concretezza”. Così papa Francesco nel discorso di saluto ai membri dell’Unione stampa periodica italiana (Uspi) e della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) ricevuti in udienza sabato 16 dicembre in Sala Clementina.
“Si tratta di un giornalismo strettamente connesso alle dinamiche locali – ha detto il Papa -, alle problematiche che nascono dal lavoro delle varie categorie, agli interessi e alle sensibilità delle realtà intermedie, che non trovano facilmente canali per potersi adeguatamente esprimere”. A questa logica “partecipano anche i settimanali diocesani iscritti alla Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), di cui ricorre in questi giorni il 50° anniversario. Essi possono rivelarsi utili strumenti di evangelizzazione, uno spazio nel quale la vita diocesana può validamente esprimersi e le varie componenti ecclesiali possono facilmente dialogare e comunicare”. Per Francesco, “lavorare nel settimanale diocesano significa ‘sentire’ in modo particolare con la Chiesa locale, vivere la prossimità alla gente della città e dei paesi, e soprattutto leggere gli avvenimenti alla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa”. Elementi che sono “la ‘bussola’ del suo modo peculiare di fare giornalismo, di raccontare notizie ed esporre opinioni”.
Importanti le parole che Papa Francesco ha riservato ai settimanali diocesani che, integrati con le nuove forme di comunicazione digitale, rimangono pertanto strumenti preziosi ed efficaci, che necessitano di un rinnovato impegno da parte dei Pastori e dell’intera comunità cristiana e della benevola attenzione dei pubblici poteri”. “Si avverte l’urgente bisogno di notizie comunicate con serenità, precisione e completezza – ha ribadito il Papa -, con un linguaggio pacato, in modo da favorire una proficua riflessione; parole ponderate e chiare, che respingano l’inflazione del discorso allusivo, gridato e ambiguo. È importante che, con pazienza e metodo, si offrano criteri di giudizio e informazioni così che la pubblica opinione sia in grado di capire e discernere, e non stordita e disorientata”.
“La società – ha proseguito – ha inoltre bisogno che il diritto all’informazione venga scrupolosamente rispettato assieme a quello della dignità di ogni singola persona umana coinvolta nel processo informativo, in modo che nessuno corra il rischio di essere danneggiato in assenza di reali e circostanziati indizi di responsabilità. Non bisogna cadere nei ‘peccati della comunicazione’: la disinformazione – cioè dire soltanto una parte –, la calunnia, che è sensazionalistica, o la diffamazione, cercando cose superate, vecchie, e portandole alla luce oggi: sono peccati gravissimi, che danneggiano il cuore del giornalista e danneggiano la gente”.
“Per tutti questi motivi – ha richiamato il Pontefice – è dunque auspicabile che non venga meno l’impegno da parte di tutti per assicurare l’esistenza e la vitalità a questi periodici, e che vengano tutelati il lavoro e la dignità del suo compenso per tutti coloro che vi prestano la loro opera”.
Infine, papa Francesco ha incoraggiato “tutti voi, membri dell’Uspi e della Fisc, a continuare con impegno e fiducia il vostro lavoro” e ha invitato “la società civile e le sue istituzioni a fare il possibile perché la media e piccola editoria possa svolgere il suo insostituibile compito, a presidio di un autentico pluralismo e dando voce alla ricchezza delle diverse comunità locali e dei loro territori”.
“Il Papa ci ha ricordato come il nostro sia un lavoro che implica un’evoluzione della società e del bene delle persone. Ciò significa che sia il frutto di una dimensione vocazionale, non è solo un mestiere”. Questo il commento di don Adriano Bianchi, presidente della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), dopo l’udienza di Papa Francesco .
“I settimanali diocesani devono ‘sentire’ come sente la Chiesa locale – ha aggiunto -. Dobbiamo trovare una sintonia con ciò che esprime”. Da qui, nasce un bisogno di “prossimità alle persone e alle parrocchie”, che deve essere condiviso “anche da chi fa radio o altre forme di comunicazione”. Da don Bianchi un grazie al Papa per “il suo impegno e la sua sollecitazione perché i pastori non ci abbandonino in questo servizio”.
Il presidente della Fisc ha sottolineato anche la “grande disponibilità della Cei in tutta una serie di aspetti che ci ha permesso di continuare a camminare”. “Le parole del Papa chiudono in maniera significativa questo anno in cui ci siamo sentiti accompagnati dalla Chiesa nel nostro compito – ha ribadito don Bianchi -. È significativo che Francesco abbia voluto salutare personalmente tutti i 400 partecipanti. Ci ha permesso di portargli non solo un messaggio complessivo, ma anche il messaggio personale di ciascuna storia, di ciascun territorio e di ciascuna persona”.