Beata Benedetta Bianchi Porro
L’obiettivo ora è di “portare la spiritualità, l’umanità, l’entusiasmo e la benevolenza che Benedetta diffondeva a tutti, verso ogni angolo del mondo”
Papa Francesco dichiara Beata Benedetta Bianchi Porro (1936-1964). L’’Eroina della sofferenza’ nasce a Dovàdola in provincia di Forlì, nel 1951 si trasferisce a Sirmione dove si manifestano i primi sintomi di un grave morbo. A 17 anni s’iscrive alla facoltà di Medicina presso l’Università di Milano. Ma ben presto ha inizio il suo calvario, scandito da lunghe degenze in ospedali e cliniche, consulti, interventi chirurgici, sofferenze, menomazioni e umiliazioni che non la fanno desistere dal sogno di diventare medico. Inesorabilmente assediata dalla grave malattia, Benedetta tralascia l’università proprio all’ultimo esame. Sorda, paralizzata, priva di ogni facoltà sensitiva, diventa, in seguito all’ultimo intervento, anche cieca. Gli unici mezzi di comunicazione con il mondo restano un filo di voce e la sensibilità in una mano, attraverso la quale le vengono fatti percepire sul corpo e sul volto segni convenzionali. Le spoglie mortali sono custodite nell’Abbazia di S. Andrea a Dovàdola.
L’iter della beatificazione. Il lungo e paziente cammino che ha portato alla beatificazione è iniziato nella Cattedrale di Forlì nel 1976. Nel 1993 Papa Giovanni Paolo II dichiara Benedetta “Venerabile”. Il miracolo che ha fatto scattare il processo di beatificazione è avvenuto in seguito ad una novena di preghiere fatte fare dalla mamma di Stefano, un giovane genovese che si trovava ricoverato nell’ospedale ligure in stato di coma per le conseguenze di un incidente stradale. La donna aveva letto qualche giorno prima un libro sulla Venerabile romagnola. Al termine dei nove giorni di preghiere, il ragazzo era uscito in modo sorprendente dal profondo stato di coma, tra l’incredulità dei medici e dei familiari. “Ora – sottolinea Daniela Ronconi neopresidente dall’Associazione Per Benedetta Bianchi Porro – è compito nostro portare la spiritualità, l’umanità, l’entusiasmo e la benevolenza che Benedetta diffondeva a tutti, verso ogni angolo del mondo”.
Gli altri Santi e Beati. Francesco ha anche autorizzato la Congregazione a promulgare: il Decreto sulle virtù eroiche e sulla conferma del culto da tempo immemorabile del Servo di Dio Michele Giedrojc (1420-1485); il miracolo, attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Edvige Carboni (1880-1952); il martirio dei Servi di Dio Angelo Cuartas Cristóbal e 8 compagni, uccisi in odio alla fede a Oviedo (Spagna) tra il 1934 e il 1937; il martirio del Servo di Dio Mariano Mullerat i Soldevila, ucciso in odio alla fede in Spagna il 13 agosto 1936; il martirio del Servo di Dio Giacomo Alfredo Miller, ucciso in odio alla fede a Huehuetenango (Guatemala) il 13 febbraio 1982; le virtù eroiche del Servo di Dio Giovanni Jacono (1873-1957); le virtù eroiche del Servo di Dio Alfredo Maria Obviar (1889-1978), fondatore della Congregazione delle Missionarie Catechiste di Santa Teresa del Bambin Gesù; le virtù eroiche del Servo di Dio Giovanni Ciresola (1902-1987), fondatore della Congregazione delle Povere Ancelle del Preziosissimo Sangue – Cenacolo della Carità; le virtù eroiche del Servo di Dio Luigi Bosio (1909-1994), sacerdote diocesano; le virtù eroiche del Servo di Dio Luigi Maria Raineri (1895-1918), chierico professo della Congregazione dei Chierici Regolari di San Paolo, Barnabiti; le virtù eroiche della Serva di Dio Raffaella della Passione (1836-1918), fondatrice della Congregazione delle Agostiniane Figlie del Santissimo Salvatore; le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Antonia di Gesù (1700-1760), monaca professa dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi; le virtù eroiche della Serva di Dio Arcangela Badosa Cuatrecasas (1878-1918), religiosa professa della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo; le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Addolorata del Sacro Costato (al secolo: Maria Luciani, 1920-1954) della Congregazione delle Suore della Passione di Gesù Cristo; le virtù eroiche del Servo di Dio Lodovico Coccapani (1849-1931), laico, dell’Ordine Francescano Secolare.