Baturi sui migranti: serve una politica concertata
Quello dei migranti e della loro accoglienza è un tema che deve essere affrontato con una “politica concertata” e con un intervento “globale, almeno da parte dell’Europa”. Lo ha detto, parlando a margine di un incontro al Meeting di Rimini, il segretario generale della Cei e arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Baturi.
Il presule, soffermandosi sull’arrivo di tanti migranti e sulla loro accoglienza sul territorio, ha ribadito che “non neghiamo che tutto ciò richiede una politica concertata, almeno da parte dell’Europa”. “Ma, almeno in Europa, perché il fenomeno è globale e come può la risposta non essere altrettanto coordinata e globale? L’idea di mettere assieme le istituzioni nazionali, gli enti locali, le organizzazioni anche della Chiesa e le altre organizzazioni del Terzo Settore – ha aggiunto – può essere un’idea significativa per sperimentare un modo concertato di affrontare una situazione che rischia di essere di emergenza se non affrontata in modo coordinato”.
L’arcivescovo ha poi indicato il primo intento sul versante migratorio, cioè quello di “salvare vite, quindi di accogliere chiunque venga nel nostro territorio per cercare un futuro migliore”. “La Chiesa mette a disposizione, lo ha sempre fatto con generosità attraverso le strutture della Caritas, delle diocesi, delle Congregazioni religiose, la propria possibilità di accoglienza”. Poi, ha aggiunto il segretario della Cei, “il secondo passo è quello della cosiddetta integrazione”. “Non è, in verità, un sostantivo molto felice – ha puntualizzato -, ma significa aiutare le persone che accogliamo a sentirsi parte di questa società, a sentirsi parte di questo popolo”. Un fatto che “significa una attenzione alla cultura, un’attenzione alla lingua, un’attenzione al rispetto e alla possibilità di espressione delle tradizioni sociali”. “E questo permetterebbe a loro di esprimere la propria identità e al popolo italiano di avere meno paura perché la conoscenza a questo livello può diventare motivo di ricchezza”. Mons. Baturi ha fatto anche cenno alla vicenda della “barca dei ragazzi”, come è stata ribattezzata l’imbarcazione con 55 migranti a bordo, di cui 43 minori, salvata dalla nave “Geo Barents” di Medici senza frontiere nelle acque del Mar Mediterraneo e adesso ormeggiata al porto di Bari, definendola “una testimonianza della drammaticità del fenomeno e della condizione dei migranti, di fronte alla quale devono saltare certe logiche”.