Politica: la partita non è persa
Il cuore dell'introduzione del card. Bassetti all'Assemblea della Cei è dedicato all'attuale passaggio politico. "Cogliere la sfida del nuovo che avanza nella politica italiana per fare un esame di coscienza", l'appello, a partire dal contributo importante che i cattolici hanno dato in questi cento anni di impegno, dall'appello di Sturzo "ai Liberi e forti"
In politica, “la partita non è persa”. Nonostante le “preoccupazioni”, le “difficoltà”, lo “stato di prostrazione”, il “clima di smarrimento culturale e morale”, il “rancore diffuso”, l'”indifferenza alle sorti dell’altro”, le “tensioni e proteste neanche troppo larvate”, il “disagio sociale”, lo “stallo” e la “confusione di ruoli” che ha caratterizzato l’inizio di questa legislatura. Perché “il Paese è più sano” di come lo si dipinge. È uno sguardo lucido, responsabile e costruttivo, quello con cui il card. Gualtiero Bassetti, presidente dei vescovi italiani, ha introdotto la seconda giornata dell’Assemblea della Cei, aperta da papa Francesco. “In una fase delicata come l’attuale”, la Chiesa è pronta ad un “esame di coscienza” ma anche ferma nel lanciare un monito: non basta avere un governo per guidare un Paese.
Bassetti ha esordito ricordando “l’incontro fraterno, franco e prolungato con il Santo Padre” e ha assicurato che la preoccupazione per l’”emorragia” delle vocazioni, la scelta della povertà e della trasparenza e l’impegno per la riduzione delle diocesi, segnalate dal Papa, rappresentano altrettante priorità della Chiesa italiana. Poi un bilancio del primo anno di presidenza della Cei, speso all’insegna “dell’ascolto e dell’incontro”, della condivisione e del servizio
“L’impegno educativo sul versante della nuova cultura mediatica un ambito privilegiato per la missione della Chiesa”, ha detto il cardinale citando gli Orientamenti pastorali di questo decennio. Altro tema su cui i vescovi sono chiamati a “fare il punto”, il cammino verso il Sinodo dei Vescovi del prossimo ottobre, dedicato a “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.
Il presidente della Cei non ha mancato di volgere uno sguardo alla situazione politica del Paese. "Credo - sono state le sue parole - che sia giungo il momento di cogliere la sfida del nuovo che avanza nella politica italiana per fare un esame di coscienza e, soprattutto, per rinnovare la nostra pedagogia politica e aiutare coloro che sentono che la loro fede, senza l'impegno politico, non è piena .Gli spazi che la dottrina e il magistero papale ci hanno aperti sono enormi – come ribadiva ieri sera il Santo Padre – ma sono spazi vuoti se non li abitiamo”. I cattolici impegnati in politica devono essere “minoranze attive”.
“In questo momento cruciale della nostra storia, esprimiamo con convinzione la nostra stima al Presidente della Repubblica per la guida saggia e paziente con cui sta facendo di tutto per dare un governo all’Italia”, il tributo a Mattarella. “Ricordiamo a tutti come non basti nemmeno avere un governo per poter guidare il Paese”.
È la parte dell’introduzione del card. Bassetti più legata al delicato passaggio politico attuale. “Occorre – questo Paese – conoscerlo davvero, conoscerne e rispettarne la storia e l’identità”, il monito a tutte le forze politiche: “Bisogna conoscere il mondo di cui siamo parte e nel quale la nostra Repubblica – cofondatrice dell’Europa unita – è desiderosa di ritornare a svolgere la sua responsabilità di Paese libero, democratico e solidale”.
“Respiro europeo” ed etica pubblica sono “parte integrante della nostra cultura”, e la Chiesa intende dare ad essi un “contributo reale”, per “ricostruire la speranza, ricucire il Paese, pacificare la società”. Di qui la necessità di prendere “le distanze dal disincanto, dalla prepotenza e dalla sciatteria morale che ci circondano”, ma anche “dalla nostra stessa ignavia”.
“Quando tutto precipita nel fanatismo e nel fondamentalismo tornano decisive parole e segni che non alimentino l’odio e la violenza, ma la riconciliazione e il dialogo”, ha concluso Bassetti illustrando l’attenzione privilegiata che la Chiesa italiana intende riservare al Mediterraneo e rilanciando l’idea di “dar vita a un incontro di riflessione e spiritualità per la pace” nel Mare nostrum, che “ha visto il nascere e il diffondersi dell’esperienza cristiana con la presenza della Chiesa fin dalle origini” e che oggi, in chiave ecumenica e di dialogo interreligioso, “può offrire un contributo importante, in pensieri e azioni, a una cultura della pace”. I vescovi, in questi giorni, si confronteranno sulle modalità con cui promuovere e organizzare l’iniziativa, arrivando a breve anche alla costituzione di un Comitato operativo.