In montagna con piedi, testa e... cuore
L’estate porta con sé la voglia di scoprire paesaggi incontaminati che solo le mete alpine sanno regalare e proposte che consentono all’uomo di ritrovarsi
Gli Alpini in Adamello per il loro 54° pellegrinaggio, la seconda edizione di “Alps”, il festival internazionale dedicato al cinema di montagna e tante altre iniziative in calendario nelle settimane a venire confermano la montagna come una delle “mete” più gradite per godere di un momento di vacanza.
Brescia, da questo punto di vista, grazie al fatto di poter contare su alcune delle più belle montagne dell’arco alpino, potrebbe essere tra le province leader nel campo del turismo montano. Eppure qualche fatica la conosce, nonostante l’impegno profuso nei diversi comprensori. Sono fatiche legate soprattutto alla stagione estiva, visto che i numeri delle stagioni invernali che arrivano dalle diverse località sono tutto sommato incoraggianti e positive.
Per l’estate la questione diventa un po’ più difficile. Le montagne bresciane fanno un po’ di fatica a sfondare presso il grande pubblico. Non così, invece, è per la sentieristica e il sistema dei rifugi alpini (45 le strutture censite, comprese quelle del Cai di Brescia presentati in queste pagine, ndr) che fanno della montagna bresciana una meta ricercata da amanti del trekking e dell’escursionismo in quota. La montagna, insomma, ce la sta mettendo tutta per fare il salto di qualità che si merita, visto che in questi ultimi anni si è dotata di strutture, infrastrutture e programmazioni che non hanno nulla da invidiare a ciò che possono vantare altri comprensori.
“Oggi – afferma Roberto Gualdi, presidente dell’associazione Montagna Italia che organizza a Temù la seconda edizione del Festival del cinema di montagna presentato in queste pagine – assistiamo alla riscoperta della montagna come ambiente che più di ogni altro riesce a riconciliare l’uomo con se stesso. A fronte di questo nuovo sguardo, però, non si registra ancora una crescita della cultura, dello spirito con cui affrontare una vacanza in montagna”.
La nuova cultura e il nuovo spirito a cui Gualdi fa riferimento poco sembrano conciliarsi con un’idea di montagna, meta di chi è in cerca di un ambiente tranquillo e climaticamente godibile. Negli ultimi anni sono sempre di più le località montane che, anche nel Bresciano, stanno profondendo uno sforzo per pensare politiche di valorizzazione così da diventare attraenti a chi cerca, nel riposo estivo, un’occasione di rigenerazione, in cui tornare, per esempio, a dare il giusto valore alle relazioni.
“È con operazioni di marketing – continua Roberto Gualdi – che tanti imprenditori stanno cercando di portare in montagna chi amante della montagna non è”. Il già citato festival “Alps”, ma anche iniziative come “Passi nella neve”, che quest’anno ha subito una battuta d’arresto, e tante altre proposte ancora, come quella che vede il bresciano Emanuele Turelli raccontare il disastro del Gleno nei luoghi stessi in cui questo avvenne nel 1923, e lo stesso pellegrinaggio che gli alpini propongono ogni anno in località dell’Adamello, rispondono forse inconsapevolmente al tentativo di creare una cultura nuova della montagna.
Abbinare all’ascesa verso i rifugi più belli delle montagne bresciane o alla visita di località capaci veramente di “togliere il fiato”, proposte che alimentino l’anima e lo spirito, è un’occasione data al turista per ritrovare se stesso. Il tutto ovviamente, senza dimenticare che, come recitava uno slogan coniato anni fa dalle Province lombarde per iniziative destinate a un corretto approccio all’ambiente montano, in montagna si deve sempre andare con “i piedi e con la testa”. L’aggiunta del cuore, a questo punto, non fa che completare l’opera!