Centri commerciali: medaglia a due facce
La recente inaugurazione di Elnos, occasione per fare il punto su una realtà che ha visto nel Bresciano sempre una terra di punta
La domanda è banale, quasi scotata. Serviva un altro grosso centro commerciale? Sulla scorta dei numeri che stanno segnando la prima settimana di apertura di “Elnos”, a Roncadelle, sembrerebbe di sì. 120mila persone in tre giorni, ingorghi in tangenziale e nelle vie di accesso al nuovo centro commerciale, sembrano dire che il “cliente” ha sempre ragione. Sarà il tempo a stabilire se il grosso investimento realizzato da Ikea per la realizzazione di un centro che per dimensioni non ha pari nel Bresciano e pochi altri nel resto del territorio regionale (solo quello realizzato ad Arese sul sito dell’ex Alfa Romeo è forse più grande).
Con 88mila metri quadrati (compreso il già esistente centro Ikea), 145 negozi e oltre 1000 nuovi posti di lavoro, “Elnos” vuole diventare, come spiega il suo direttore, Umberto Marzini, “un meeting place, un luogo di incontro per tutte le persone, un luogo da fare proprio, dove valorizzare i numerosi eventi che si svolgono nella provincia di Brescia, dove vivere, accanto allo shopping, esperienze di svago e divertimento, educative, tali da costruire un legame sempre più forte e stretto”.
Pur fresco di inaugurazione, “Elnos” nasce con una lunga storia di dibatti e di confronti alle spalle. Da anni, sin da quando l’Ikea aveva scavalcato la A4 e si era insediata a ridosso del Comune di Brescia, si parlava della realizzazione di un nuovo, grande polo commerciale. Il progetto è era stato inserito un piano integrato approvato per la prima volta nel 2003 per il recupero della discarica ex Atb. Nel 2005 è stato inaugurato il negozio Ikea. Poi, nel 2012, l’approvazione di una variante al piano. Negli anni non sono mancate le polemiche e le discussioni sulla necessità di costruire un nuovo centro commerciale in un territorio già pesantemente occupato da questo punto di vista, con altre strutture analoghe che mostravano e mostrano segnali di crisi e sulle ricadute (come denunciavano i commercianti di Roncadelle) che avrebbe provocato sul sistema economico locale.
Oggi Elnos è realtà, una realtà che piace, ascoltando i pareri di chi ha già avuto modo di visitarlo. Una realtà potenzialmente molto attrattiva grazie alla sua collocazione che, a ridosso com’è della A4, della Brebemi e del sistema delle tangenziali bresciani, lo mette al centro di un potenziale bacino di utenti che si avvicina al milione di persone. Importante sarà verificare se il nuovo centro saprà di vita propria o finirà, come è avvenuto altre volte in passato, per cannibalizzare altre realtà similari presenti sul territorio. Si tratta di una preoccupazione che non sfugge nemmeno al sindacato che anche per Elnos, come conferma Valter Chiocci, segretario della Fisascat Cisl, vede nel tempo il rischio della “coperta corta”. Da tempo, infatti, il sindacato va denunciando come alla moltiplicazione dell’offerta non corrisponda un analoga dinamica della domanda, con i consumi che ristagnano. Una preoccupazione, ricorda Chiocci, che comincia a serpeggiare anche tra gli “addetti ai lavori”. “Non a caso – continua – tra i principali oppositori all’apertura di Elnos, c’era il centro commerciale Le Rondinelle, già in crisi prima dell’apertura del nuovo centro”. Nonostante tutto, però, il sindacalista non se la sente di puntare il dito contro il nuovo centro e ai suoi 1000 nuovi posti di lavoro. “Quello che sosteniamo – afferma Chiocci – questi posti compensano quelli che si perdono con altre chiusure, senza una reale crescita occupazione”. Altra nota dolente è il tipo di contratto con cui tanti giovani vengono assunti. “Per questo – afferma ancora il segretario bresciano della Fisascat – invitiamo i giovani a imparare a leggere i contratti loro sottoposti per non incappare, poi, in brutte sorprese. Per questo siamo disposti ad aiutarli”.