Rivive l'organo del '500
Nella chiesa parrocchiale di S. Martino a Castrezzone (frazione di Muscoline), nel corso di un restauro, è stato scoperto un organo costruito nel 1537 da Guglielmo del Duca, alias Whilelm Hertelmann, per la chiesa di S. Marta a Brescia. Domenica 26 marzo alle 17.30 l'organo sarà suonato da Gerardo Chimini
Nella chiesa parrocchiale di S. Martino a Castrezzone (frazione di Muscoline) nel corso di un restauro è stato scoperto un organo costruito nel 1573 da un organaro tedesco Guglielmo del Duca, alias Whilelm Hertelmann, che lavorò a Brescia mentre gli Antegnati dominavano la piazza. Dell'Hertelmann si sa che proviene da Heidelberg (nella sua città nulla è rimasto di lui).
I francesi, a inizio '800, avevano trasferito gran parte dei beni culturali razziati in Italia, compreso l'archivio del monastero soppresso a Brescia in piazza Tebaldo Brusato delle monache francescane di Santa Marta. In quel monastero Hertelmann aveva realizzato nel Cinquecento due organi: uno per la chiesa, uno per il coro. Con la soppressione del monastero nel 1805, venne edificata una caserma, che ora è sede del Comando dei Carabinieri.
Nel 1806 l'organo piccolo del coro fu venduto alla chiesa di Castrezzone. Dell'altro organo non è rimasta traccia. Ora, dopo tre anni di restauri, e di incontri con la Soprintendenza, l'organo è tornato a Castrezzone. Domenica 26 marzo alle 17.30 sarà suonato da Gerardo Chimini. Per l'occasione è stato realizzato un libro dal titolo "Un organo tedesco nel Rnascimento bresciano" edito dall'Associazione Serassi, che contiene il testo della ricerca storica di Michele Metelli, nonché un brevissimo saggio sulla realtà sociale e religiosa di Castrezzone nell'Ottocento, con notizie tratte dall'Archivio Storico Diocesano (Visite Pastorali) e altro ancora sulle tecniche di restauro effettuato dalla ditta Pacifico Inzoli di Claudio Bonizzi (Crema). Il restauro dell'organo è stato effettuato d'intesa col competente Ufficio diocesano diretto da mons. Federico Pellegrini grazie a un parziale contributo della Cei, col sostegno regionale, e soprattutto grazie alla generosità dei parrocchiani.