L’antico splendore ritrovato
Quella di domenica 18 luglio è stata una giornata di festa per la piccola comunità di Mura che, dopo numerosi rinvii legati alla pandemia, ha avuto la gioia di inaugurare, alla presenza del vescovo Pierantonio e di molte altre autorità religiose e civili, i lavori di restauro della chiesa parrocchiale. Avviato nell’estate del 2019 su iniziativa dell’ex parroco don Marco Iacomino e del sindaco Nicoletta Flocchini, il cantiere è stato chiuso nell’ottobre del 2020. Molti sono stati gli interventi, tutti finalizzati a salvaguardare la struttura dell’edificio settecentesco: in primis, la manutenzione straordinaria del manto di copertura del tetto e la realizzazione di un condotto di ventilazione per la deumidificazione dell’edificio; per passare al restauro delle facciate ed intervenire sugli elementi lapidei e sui portoni in legno. Infine, non va trascurata nemmeno l’opera di consolidamento strutturale esterno della torre campanaria.
La realizzazione dell’opera, dal costo complessivo di circa 650mila euro, è stata una sfida per una piccola comunità di sole 700 anime come quella di Mura. Fondamentale è stata la sinergia e l’impegno della Parrocchia, dell’Oratorio, dell’Amministrazione comunale e di tutta la comunità, uniti alla sensibilità della Fondazione bresciana Cariplo e della Regione Lombardia e alla generosità di numerose aziende private del territorio.
Il cantiere, purtroppo, è anche stato teatro di un tragico incidente sul lavoro: nel pomeriggio del 16 settembre 2019, infatti, l’operaio cinquantenne Gheorghe Voicu ha perso la vita precipitando accidentalmente dal ponteggio in allestimento. Il dipendente, che è stato commemorato durante la Messa di inaugurazione, rimarrà nel cuore della comunità: per ricordarlo, è stata apposta una targa commemorativa.
“Questi restauri – spiega Roberto Freddi, membro del consiglio pastorale – rappresentano un motivo di orgoglio e un’occasione di valorizzazione della propria identità, non solo per la comunità di Mura, che ha sempre visto nella propria pieve un importante punto di riferimento spirituale e sociale, ma anche per i paesi valligiani limitrofi: la pieve di Savallo che è stata, sino alla metà del XX secolo, il centro religioso di un territorio vastissimo, che da Alone si estendeva sino a Presegno, passando per il resto del Savallese e per le comunità di Pertica Alta e di Pertica Bassa, al punto che, come ancora ricordano i nostri nonni, l’Arciprete di Mura veniva chiamato ‘el vescuvì de Saval’. Questa imponente chiesa, del tutto sproporzionata ad un piccolo paesino di montagna, con i suoi affreschi, i suoi stucchi barocchi, le sue tele, i suoi marmi preziosi, l’organo e importanti reliquie rappresenta non solo uno scrigno d’arte, ma anche una fondamentale testimonianza della storia dell’intera Valle Sabbia”.