Intimidatorie le molotov contro l'hotel?
I due ordigni incendiari lanciati nella notte tra venerdì e sabato contro l'hotel Eureka di Vobarno, chiuso da quattro anni, ma che dovrebbe ospitare 35 richiedenti protezione internazionale sembrano un segnale contro possibili accoglienze. Il commento del valsabbino Gian Antonio Girelli
Nella notte tra venerdi e sabato sono state lanciate due bombe moltov all'interno dell'hote Eureka di Vobarno. La struttura,. chiusa da quattro anni era tra quelle indicate e giudicate idonee per accogliere l'arrivo di richiedenti protezione internazionale, anche se, come confermato dalla Prefettura di Brescia, con la proprietà non era ancora stato radggiunto alcun accordo al proposito.
Sulla vicenda indagano i carabinieri. Il gesto potrebbe essere un'intimidazione nei confronti del proprietario dell'albergo. È stato lo stesso titolare dell'albergo ad intervenire per spegnere le fiamme dopo il lancio di due molotov che hanno raggiunto il pian terreno dello stabile che dovrebbe ospitare profughi, essendo in questo momento una struttura già attrezzata e libera..
Tra i primi a prendere posizione contro il gesto dimostrativo il consigliere regionale Pd Gian Antonio Girelli. "Mi auguro che la complessa e dovuta necessità di confronto trovi una condivisione nella condanna di violenza, anche solo verbale, e nel non dimenticare che è del dramma di donne uomini e bambini che ci stiamo occupando". Questo il commento affidato a un comunicato stampa.
"Quanto avvenuto a Vobarno - ha continuato Girelli - deve suscitare una forte condanna. Rappresenta la punta di un clima sempre più improntato sullo scontro rispetto ad un tema sempre più delicato che è quello della gestione dei profughi. Se si auspica che al più presto vengano individuati e puniti gli esecutori di un atto così grave, è anche evidente e necessario aprire una seria riflessione sul fenomeno che, nell'occasione in oggetto, ha portato a una inaudita forma di violenza ma che, è inutile nascondere, suscita sempre di più una reazione di intolleranza. Ripensare in maniera seria i metodi e i numeri dell'accoglienza è indispensabile. Come ha detto il Ministro Minniti: l'accoglienza è tale quando fa i conti con la capacità di integrazione. Serve controllare, come più volte richiesto dall'amministrazione di Vobarno, il rispetto dei protocolli e gli impegni di chi accoglie i profughi che è necessario così come aumentare lo sforzo affinchè le popolazioni locali comprendano il dramma che queste persone vivono e la complessità del fenomeno che abbiamo davanti. Affrontare il tema dell'emergenza profughi significa impegnarsi dai livelli internazionali (Europa) fino al livello locale laddove le persone sono chiamate a vivere e condividere le scelte fatte. Mi auguro che la complessa e dovuta necessità di confronto trovi una condivisione nella condanna di violenza, anche solo verbale, e nel non dimenticare che è del dramma di donne uomini e bambini che ci stiamo occupando."