Il nuovo volto della parrocchiale
Dopo incessanti mesi di lavoro, Bedizzole festeggia la consegna alla comunità della nuova facciata della parrocchiale di santo Stefano domenica 8 maggio, festa dei santi patroni Ermolao ed Acacio. Atteso per la celebrazione solenne il vescovo mons. Tremolada. Per i lavori di ristrutturazione la parrocchia ha potuto usufruire dei benefici del bonus facciate al 110%: accedendo ad un credito fiscale agevolato sono stati ridotti al solo 10% i costi e gli oneri finali a carico. Un lavoro di restauro complesso eseguito dall’equipe del restauratore bresciano Leonardo Gatti, autorizzato dall’Ufficio Beni Culturali della curia e dalla Soprintendenza di Brescia, con la supervisione dell’architetto Annamaria Bassobert.
Un progetto nel quale ha fortemente creduto anche il parroco don Franco Dagani: “Bedizzole celebra i propri martiri patroni del IV secolo, Ermolao e Acacio. Le loro reliquie sono state volute all’epoca dall’amministrazione comunale a protezione, con santo Stefano, della comunità sia civica che religiosa. Questo legame testimonia la collaborazione fra le due istituzioni all’interno della nostra comunità. Un evento dal duplice valore simbolico – afferma il parroco –. Al momento rimangono ancora in sospeso i lavori di restauro del portone centrale e il posizionamento di un sistema per allontanamento dei piccioni di prossima installazione”. Realizzata tra il 1750 e il 1754 per volontà dell’arciprete don Lelio Emigli, con il progetto iniziale dell’architetto Antonio Spazzi, la facciata è caratterizzata da sculture di santo Stefano, sant’Antonio Abate, san Francesco da Paola, santa Irene e santa Eurosia, eseguite da Alessandro Calegari; e dalle sculture dei santi Pietro e Paolo, attribuite a Gelfino Calegari. Un lavoro complesso dovuto allo stato di degrado avanzato: nonostante i precedenti interventi risalenti alla seconda metà del secolo scorso, i problemi sono riemersi ora in maniera evidente su estese porzioni d’intonaco e cornicioni. Grazie all’aiuto dell’impresa bedizzolese Pasini, i restauratori hanno proceduto con il lavaggio di tutte le superfici, il fissaggio nonché la ricostruzione delle porzioni mancanti. Un lavoro certosino che ha ridato nuova vita non solo all’edificio ma alle splendide statue, ai capitelli del secondo ordine, già più volte sottoposti a tentativi di pulitura datati ma senza alcun risultato degno di nota. Un tempio ripulito e ritinteggiato con un colore a calce traspirante, per una giornata di festa da ricordare negli anni a venire.