Farmaci letali: arrestato un medico
Morti sospette nelle settimane in piena emergenza sanitaria. il medico è per ordine del Gip, è ai domiciliari. Le preoccupazioni dell'Ordine dei medici
La notizia è stata diffusa ieri ed è stata di quelle da togliere il fiato: un medico in servizio in un pronto soccorso di un ospedale pubblicodel Bresciano (si sarebbe saputo col passare delle ore che si tratta del presidio di Montichiari, dell’Asst Spedali Civile di Brescia) arrestato e posto ai domiciliari dai Carabinieri del Nas perché sospettato di omicidio. Avrebbe intenzionalmente somministrato a due pazienti affetti dal Covid-19 farmaci ad effetto anestetico e bloccante neuromuscolare, causando la morte di due di loro la cosiddetta prima ondata pandemica. I militari hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Brescia Federica
I fatti risalgono allo scorso mese di marzo, momento in cui la pandemia esplodeva e l'elevato numero di contagi andava a ripercuotersi sulle strutture ospedaliere, intasandole. Quello di Montichiari, che nella prima ondata ha accolto oltre 500 malati di Covid, era uno dei presidi di frontiera. L’indagine avrebbe preso il via dopo la denuncia di un infermiere in servizio al Pronto soccorso dell’ospedale monteclarense. Quattro le morti sospette che hanno portato all’esumazione di tre salme (il corpo del quarto caso sospetto era stato cremato) e le indagini condotte dai medici legali dell’Università di Padova avrebbero confermato la presenza nei tessuti di uan salma la presenza di un farmaco anestetico e miorilassante solitamente usato prima di sottoporre un paziente a intubazione, ma che, se utilizzato al di fuori di specifici procedure e dosaggi, può determinare la morte del paziente. L’uso del farmaco, poi, non sarebbe stato segnato nella cartella medica del deceduto. Pesante il contenuto dell’ordinanza con cui il Gip ha predisposto l’arresto del medico: il farmaco non sarebbe stato usato per leggerezza ma con il preciso intento di uccidere. L'Asst degli Spedali Civili, a cui fa il presidio di Montichiari fa riferimento, ha già sospeso il medico dal servizio.
Tra i primi commenti alla vicenda c’è quello dell’Ordine dei medici di Brescia, affidato a un comunicato stampa. “Non abbiamo titolo e notizie per entrare nel merito della vicenda. Certamente il reato ipotizzato è molto grave e comporta provvedimenti precauzionali - come prescrive la legge, non appena disporremo di conferme ufficiali - da parte di questo Ordine – si legge nel comunicato - Si tratta di un’indagine, non di una sentenza passata in giudicato. Se pur molto grave è pur sempre un’ipotesi di reato”. L’Ordine dei medici critica però il mondo della comunicazione per avere trasformato il caso d’accusa in certezza del reato. “Attendiamo l’esito con fiducia, e in tempi brevi, dell’iter giudiziario – prosegue la nota - e se le accuse verranno confermate, oltre alle conseguenze penali e civili, severissimi saranno i provvedimenti ordinistici definitivi”. L’Ordine, consapevole dell’impatto negativo che la vicenda rischia di avere sull’opinione pubblica, conclude la sua comunicazione ricordando che “nonostante la “fatica pandemica” (che altro non vuol dire che turni massacranti, allontanamento dai famigliari, ambulatori infiniti, risorse promesse e non pervenute, paure, severo e diffuso stress psicologico) a cercare di curare i malati di Covid-19 e tanti altri, con un nuovo, ma in realtà antico, timore di finire in prima pagina con sentenza “definitiva”, ma non da parte della magistratura”.
La vicenda di Montichiari, su cui spetta alla magistratura fare chiarezza nel minor tempo possibile, non deve fare dimenticare il grandissimo lavoro svolto (e che ancora continua) dal mondo sanitario bresciano, a cui va la piena solidarieta e gratitudine, per fare fronte a un'emergenza sanitaria che ha segnato profondamente Brescia e la sua provinci