Depuratore del Garda: Azione chiede di agire
Quella della realizzazione di un nuovo sistema di raccolta e depurazione delle acque del Garda bresciano è una storia che i protrae dal 2016 ed ancora non vede una soluzione. Ad oggi il progetto esecutivo non c’è; in Parlamento si è arrivati a votare la permanenza del Commissario straordinario (individuato nella figura del Prefetto); il Governo ha già messo a disposizione 100 milioni (60 a Brescia, 40 alla provincia di Verona) per un’opera definita “strategica” e che (oggi) prevede un costo complessivo di 220 milioni; c’è la forte opposizione dei comuni del bacino del Chiese per la scelta di localizzare i nuovi impianti a Gavardo e a Montichiari che scaricheranno nel fiume le acque depurate; manca, da parte sua, l’apporto finanziario di Regione Lombardia dove, peraltro, è stata deliberata l’istituzione di una Commissione d’inchiesta per l’emergenza idrica.
Davanti a questa situazione, gli esponenti bresciani di Azione (l’onorevole Fabrizio Benzoni, il consigliere regionale Massimo Vizzardi, i rappresentanti della segreteria provinciale Aldo Coen e del direttivo provinciale Alberto Davide Broglia) chiedono un’accelerazione dell’iter progettuale e la determinazione nella realizzazione dell’opera.
“Non riserveremo obiezioni sui progetti esecutivi e sulla Via (Valutazione di impatto ambientale, ndr) – dice Benzoni - Cercheremo attraverso i nostri tecnici di migliorarlo e di contestare alcune criticità evidenti come la strada Gardesana, interessata ai lavori. Comunque massima fiducia nel Commissario e avanti con questo progetto tecnico che aiuterà a pulire, non a sporcare. Il nostro messaggio è chiaro: grande discussione, grande democrazia ma quando si decide poi si deve andare avanti. Dobbiamo ottenere il depuratore prima possibile”.
Per Vizzardi “c’è stato abbastanza tempo per discutere politicamente del tema. E’ ancora possibile farlo però è giusto dire che è urgente, soprattutto da quando siamo in una fase di crisi idrica. Sarà nostra premura sollecitare le Regioni Veneto e Lombardia e la Provincia di Trento perché intervengano direttamente”.