Civico 34: la Sorgente e il dopo di noi
Una serie di appartamenti a Vighizzolo in cui persone con disabilità possono sperimentare l’indipendenza abitativa e spazi di autonomia
Un progetto che parte da lontano e che ha le fondamenta, è il caso di dirlo, nell’art.19 della Convenzione Onu che recita “Le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere…”. Nella consapevolezza che il dopo comincia durante il noi, la cooperativa “La Sorgente” ha deciso di avviare il progetto “Civico 34” mettendo a disposizione degli spazi - alcuni appartamenti di uno stabile a Vighizzolo - che offrano una soluzione abitativa protetta, ma allo stesso tempo di vita indipendente e di vita vera, che avvicini la fragilità delle persone con disabilità a quella di persone a sviluppo tipico, in cui ognuno possa esprimere al meglio le proprie abilità e il proprio diritto alla scelta di vivere da adulto.
Il progetto “Civico 34”, per la sua valenza sociale di altissima qualità, è stato uno degli 11 progetti premiati, su un totale di circa 400 presentati in tutta Italia, dal Bando IdeeRete promosso da Assimoco (con l’appoggio sul territorio di Agemoco e Confcooperative Brescia), per la ripresa sociale ed economica dei territori e delle comunità colpite dalla crisi mediante il sostegno a progetti di natura trasformativa, con un contributo a fondo perduto. Assimoco è sia la prima Compagnia Assicurativa italiana ad aver acquisito la qualifica di Società Benefit, sia la prima certificata B Corp proprio perché ritiene primario che le relazioni si concretizzino nella fioritura delle persone, nella promozione e protezione del benessere e nell’attivazione di sistemi di welfare integrato.
“Civico 34” nasce dall’idea che la casa non sia solo un luogo dove si mangia e si dorme, ma anche il luogo in cui si svolge la propria vita privata e si ricerca la libertà e la felicità individuale. “Civico 34” è quindi un’esperienza ibrida: né casa né servizio. Non è casa perché vede una presenza costante del supporto educativo: un supporto leggero e non uniformato a logiche assistenziali, orientato ad accompagnare ciascuno dei partecipanti nelle proprie fragilità, rispettandone scelte e preferenze più che a proporre attività o laboratori. Non è servizio perché a differenza dei servizi standard, in cui i modelli strutturali e gestionali soffocano la quotidianità e dove le regole uguali per tutti tendono ad inibire e uniformare interventi, persone e risposte, “Civico 34” è informato all’unicità: la sfida educativa del progetto è proprio quella di riconoscere alla persona con disabilità, in ogni momento, la sua dimensione, il suo processo di autonomia abitativa, il suo essere persona adulta, al di là delle fragilità. E di posizionarsi al servizio di tale processo.
Al “Civico 34” la condivisione di spazi e tempi è una scelta: ognuno dispone di un appartamento in cui poter esercitare il diritto alla privacy ed è l’operatore a doversi adeguare, nel coinvolgimento delle persone in ogni azione e attività della vita quotidiana e nella programmazione della giornata. “Sembra impossibile, finché non viene fatto”, diceva Mandela. E così è in questo angolo della provincia di Brescia dove la cooperazione ancora una volta ha risposto in modo innovativo e creativo a un bisogno concreto e diffuso.