Avis in festa per i 60 anni
Intervista al presidente della sezione di Gavardo Arturo Tebaldini
La sezione Avis di Gavardo sta festeggiando in questi giorni i sessant’anni di ininterrotta attività. Un traguardo significativo per una sezione importante, che raggruppa donatori che provengono anche dai Comuni vicini. La presiede Arturo Tebaldini, pure consigliere provinciale nel nome della disponibilità totale alla vita associativa. In un momento del tutto particolare.
“La presenza dell’Ospedale – dedicato alla memoria dei caduti di guerra – ha sino a poco tempo fa costituito elemento importate per l’Avis, ma più recentemente gli spazi sono stati reclamati dall’Azienda Ospedaliera e quindi abbiamo prima peregrinato a Salò presso la consorella avisina e ora la situazione è legata al nuovo Centro di Raccolta di Cunettone”. L’Avis gavardese ha una storia di lunga data: è stata guidata per un trentennio dall’indimenticata figura di Renato Paganelli.
“Un uomo straordinario e generoso, che ricordiamo con immutato affetto e gratitudine. Certo oggi l’Avis è cambiata, tecnologicamente avanzata, ma alla base restano per noi i suoi insegnamenti valoriali, fatti di mitezza, impegno, gratuità. E nella sezione, nel suo Consiglio, uno dei più grandi valori contenuti nella donazione è l’amicizia che va oltre gli stessi angusti confini della vita associativa”.
Arturo Tebaldini non conta gli anni trascorsi come donatore, consigliere, presidente. Contano il numero dei donatori e delle donazioni, i meravigliosi traguardi raggiunti da decine di soci nella loro biografia del dono. E le proposte di crescita umana, culturale e di benessere che la sezione con continuità offre alla cittadinanza.
“L’esempio viene dal programma per i nostri sessant’ani. Sobrietà ma anche un clima di festa, aperti all’intera collettività. E la consegna della Croce d’Oro alla memoria a Gilberto Forioli, direttore sanitario rapito dal Covid. Oltre che teatro, musica giovane, convivialità. Fra le iniziative degli ultimi anni, desidero citare il gruppo sportivo che organizza gite, passeggiate ludico-sportive, uscite domenicali in bicicletta, nel nome della salute, del divertimento e dello stare insieme”. Perché donare è segno di amicizia, di appartenenza alla comunità che si abita e che si desidera generosa e inclusiva.