Prandini: pastori all'esasperazione
Una richiesta di concretezza da parte della politica si solleva da Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, durante la protesta "Salva made in Italy"; in piazza a Montecitorio la presenza di agricoltori e allevatori di tutto il Paese sottolinea l'impellenza di una situazione non più trascurabile: riconoscere i costi di produzione e il giusto valore dei prodotti italiani è la prima esigenza
“Chiediamo atti e fatti concreti alla politica e non la convocazione di innumerevoli tavoli di confronto. Abbiamo bisogno di dare risposte chiare a chi nel quotidiano lavora e opera sia nella produzione di olio d’oliva che in quella del latte di pecora”. Lo dichiara al Sir Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, intervenuto oggi a Roma alla protesta “Salva made in Italy” organizzata dalla Coldiretti in piazza Montecitorio davanti al Parlamento. Presenti agricoltori e allevatori da ogni parte d’Italia per manifestare la rabbia verso una situazione “non più rimandabile”. In merito alla situazione dei pastori sardi, stima la Coldiretti, “circa un milione di litri di latte è stato lavorato per essere dato in beneficenza, dato in pasto agli animali o gettato per colpa dell’atteggiamento irresponsabile degli industriali che ha portato i pastori all’esasperazione di fronte a compensi inferiori a 60 centesimi al litro, al di sotto dei costi di produzione”. “È inaccettabile – spiega Prandini – che vengano pagati 60 centesimi al litro a fronte di un costo di produzione che, solo legato all’alimentazione del bestiame, supera i 73-74 centesimi”. “C’è una chiara responsabilità da parte del Consorzio di tutela – denuncia il presidente della Coldiretti – . Il primo atto concreto che il Governo e il ministero dell’Agricoltura devono fare è quello di commissariare il Consorzio. Non è tollerabile nel 2019 che nel Consorzio siedano persone che hanno attività all’estero, che fanno prodotti similari a quelli fatti come Dop all’interno del nostro Paese e sui nostri territori”. “È chiaramente una grande presa in giro – conclude Prandini -. Di fronte a questo ci aspettiamo delle risposte concrete”.