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Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 26 nov 2021 15:41

Velazquez e Ceruti: confronto in Pinacoteca

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Aperta da oggi alla Tosio Martinengo una mostra che consente di cogliere le assonanze tra due artisti vissuti a un secolo di distanza l'uno dall'altro. A confronto con tre opere del Ceruti “Il Pranzo” di Diego Velázquez, conservato all'Ermitage di San Pietroburgo e mai esposto in Italia

Viene  aperta oggi al pubblico, negli spazi della Pinacoteca Tosio Martinengo, la mostra “Velazquez per Ceruti”, che, grazie a un virtuoso scambio tra Fondazione Brescia Musei e il museo Ermitage di San Pietroburgo, offre a Brescia l’opportunità di indagare un rapporto tra due artisti distanti nel tempo e nello spazio ma vicini nella pittura della realtà e, alla Russia, di scoprire uno degli artisti italiani che più di altri ha saputo tradurre in arte la verità quotidiana.

Grazia a uno scambio che rientra nel progetto “Ptm Andata e ritorno” c’è stato uno scambio di opere tra le due istituzioni museali, così da far risaltare la vicinanza tra Velázquez e Ceruti che, seppur vissuti a un secolo di distanza l’uno dall’altro, trova formasotto l’egida della realtà in un dialogo fatto di temi, composizione, ispirazione, luce.

Alla Pinacoteca i bresciani potranno ammirare sino al 27 febbraio prossimo “Il Pranzo” di Diego Velázquez (1599-1660), che rappresenta una tipica scena di taverna, in cui tre uomini di età diverse condividono un magro pasto intorno a un tavolo, esprimendo un atteggiamento grottesco. Finora mai esposto in Italia, messo a confronto, in una sala della Pinacoteca, con alcune opere del Ceruti in un, grazie al riallestimento della sala che le ospita, anche al visitatore meno preparato balzano subito evidenti le vicinanze tra i due artisti. L’opera del Velazquez accolta a Brescia, nel museo che possiede il più importante corpus al mondo di opere dell’autore milanese di nascita e bresciano di adozione, è messa a confronto con alcuni capolavori della produzione pauperistica di Ceruti, il cui presupposto artistico e culturale è da riconoscere nel naturalismo seicentesco europeo, che proprio in Velázquez ebbe uno dei suoi massimi protagonisti.  A “fare compagnia” all’opera giunta da San Pietroburgo, sono il “Ritratto di due ragazze” (1720-25), “I calzolai” (1725- 30) e “Due poveri in un bosco” (1730-35).

Dal 2 dicembre prossimo, invece, saranno esposte all’Ermitage, sempre nell’ambito dell’importante collaborazione culturale tra Brescia e la città russa, “Lavandaia” (1730-1735) e “Filatrice” (1735) di Giacomo Ceruti, due figure femminili che portano in scena la loro dignità silenziosa in composizioni in cui la ricerca del vero restituisce con nobiltà il senso del vivere quotidiano della povera gente.

Il doppio appuntamento, nell’ambito del programma PTM Andata e ritorno, si inserisce nel percorso di relazioni internazionali che Fondazione Brescia Musei intrattiene con istituzioni culturali nel mondo. In particolare, questo scambio di prestiti offre al pubblico la possibilità di conoscere due autori come Velázquez, le cui opere sono poco presenti in Italia, e Ceruti, tra gli artisti più rappresentativi in Europa della pittura di genere.

Il progetto costituisce inoltre un’anteprima della grande mostra che Fondazione Brescia Musei dedicherà a Giacomo Ceruti nel 2023, nell’anno in cui Brescia e Bergamo saranno Capitali Italiane della Cultura, un appuntamento che a oltre 35 anni dall’esposizione ospitata presso il Museo di Santa Giulia, che pose l’artista all’attenzione del grande pubblico, sottolinea la qualità del Pitocchetto all’interno della pittura europea.

“Ospitare una delle più significative opere della pittura di genere naturalistico da cui poi prederà le mosse, cent’anni dopo, anche il nostro Ceruti, - ha sottolineato Stefano Karadjov nel corso della presentazione alla stampa della mostra - significa definire, fin dal principio, l’alto registro di una operazione culturale destinata a lasciare il segno nell’interpretazione del grande maestro milanese, ma bresciano d’adozione. Per questo due delle nostre opere del Ceruti saranno esposte all’Ermitage, in uno scambio che è molto di più di una reciproca ospitalità, quanto il riconoscimento di una linea culturale identitaria, rappresentata dal nostro progetto di valorizzazione e riconosciuta da uno dei più importanti centri mondiali di rappresentazione del genio e della creatività, il museo dell’Ermitage, appunto, a cui va tutta la nostra gratitudine per questo prezioso dialogo culturale”.

A corollario della mostra “Velazquez per Ceruti” la Fondazione Brescia Musei ha anche predisposto alcune proposte didattiche. Si tratta di due laboratori: il primo, “I racconti della tavola” prende in esame il tema della convivialità, è stato pensato per le scuole e, in due appuntamenti (22 gennaio e 19 febbraio) le famiglie. Il secondo, dal titolo “Fare luce”, è stato per la scuola secondaria di secondo grado. L’11 e il 18 dicembre, l’8 e 25 gennaio e il 5 e 26 febbraio si terranno invece delle visite guidate all’esposizione.

Sempre grazie al progetto “Ptm Andata e ritorno” i bresciani potranno ammirare sino al 16 gennaio la pala del Moretto “Sant’Orsola e le compagne” prestata dalla Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano nell’ambito di uno scambio che vedrà un’opera della Tosio Martinengo esposta nella mostra che il Comune di Milano sta preparando per il periodo natalizio, e l’“Adorazione dei pastori” di Bernardino Licinio, del Capitolo della Cattedrale di Brescia e depositata 100 anni da presso i Civici Musei.

MASSIMO VENTURELLI 26 nov 2021 15:41