Un “menestrello” per la città
Francesco Montanari, domenica 18 giugno, insieme a Santa de Santis, accompagnerà il pubblico negli itinerari dei Pellegrinaggi d'arte
“È bellissima. Non ero mai stato a Brescia. Quando sono arrivato venerdì scorso, erano circa le 23, mi sono accorto di quanto fosse meravigliosa. C’è questa condizione di silenzio, calma, serenità, bellezza estetica. Sprigiona arte, cultura, vita. Ritornerò molto presto”. Sono le parole di Francesco Montanari, volto noto della televisione, ma non solo, per aver interpretato il ruolo del Libanese nelle serie Tv “Romanzo Criminale”. Sarà lui che, insieme alla neocandidata ai nastri d’argento Santa de Santis, domenica 18 giugno accompagnerà i partecipanti dei Pellegrinaggi d’arte, proposta consolidata del Festival Corpus Hominis, fra chiostri e chiese cittadine, alternando, alla narrazione dei luoghi, le letture di alcuni capolavori della letteratura mondiale. La scorsa settimana Montanari era Brescia per preparare i Narratori del patrimonio all’appuntamento che chiuderà ufficialmente la rassegna. Dai sedicenni agli over 60: è un’umanità variegata, con background culturali diversi, quella che presterà la propria interpretazione al racconto del patrimonio della città.
Che idea ti sei fatto delle persone che partecipano ai corsi per Narratori del patrimonio?
Per me è stata una sfida. Mi sono approcciato con persone che fanno tutt’altro nella vita. Non si sono mai cimentati nell’esposizione orale e così ho deciso di farli lavorare sulla loro specifica umanità, sull’emissione vocale, la giusta attenzione nella comunicazione. Quella dell’attore è una professione che utilizza il corpo, la voce e l’anima per comunicare. È la stessa cosa che ho chiesto e sto insegnando a questi ragazzi. È stato molto bello, loro sono molto ricettivi e ascoltano tanto... Vado molto spesso a vedere mostre, musei, ascolto molto le guide turistiche. Il problema di quest’ultime penso risieda nel fatto che deleghino molto al nozionismo e al dare per scontato che chi ti ascolta ti voglia ascoltare. D’altro canto è anche vero che in realtà credo che questa figura che mi è stato chiesto di interpretare si concentri sulla lettura di un libro. Noi abbiamo concepito questa figura di “menestrello” che fornisce sì nozioni, ma ti fa anche capire la sua passione per quello che ti sta dicendo. Questo è molto importante perché arriva a livello umano alle persone.
A conclusione del Pellegrinaggio d’arte offrirai al pubblico una lettura delle pagine del Paradiso perduto di J.Milton. Di queste pagine cosa ti ha colpito?
È un testo bellissimo perché interessa la messa in discussione da parte dell’autore di determinati argomenti. A un certo punto dice “mettiamoci dal punto di vista di Satana”: “E’ meglio regnare all’Inferno o essere schiavi in paradiso?”. Questo ti apre dei mondi che si configurano come il conflitto infinito dell’essere umano: accettare una sudditanza, perché così viene definita, oppure scegliere di essere liberi per poi capire che la libertà, per come la conosciamo, non ci fa stare bene. Sono pagine che mettono in discussione te stesso, al di là dell’essere cristiani o meno, la tua spiritualità.