Ultimi giorni per il “beat” Ferlinghetti
Chiuderà il 14 gennaio l’esposizione allestita in Santa Giulia delle opere di uno dei maggiori esponenti della Beat Generatiom
Ultime settimane per visitare la mostra dedicata a Lawrence Ferlinghetti al museo di Santa Giulia, evento che presenta la sua biografia, a partire dagli anni ‘40, periodo in cui presta servizio militare durante la guerra, e ripercorre la sua lunga carriera artistica, che l’ha visto attivo come poeta, scrittore, editore e anche pittore.
Pittura. Già, perché forse pochi sanno che Ferlinghetti, tra i maggiori esponenti della Beat Generation, si è dedicato anche alla pittura, con ottimi risultati. Una passione nata negli anni ’50, quando decide di lasciare gli Stati Uniti e di trasferirsi per temporaneamente a Parigi, città nella quale inizia a frequentare corsi di pittura, scoprendo di essere portato per il disegno. Un’ampia produzione che porta nell’arco di pochi alla realizzazione di disegni e diverse tele, che spesso ritraggono figure umane, soggetti attraverso i quali esprime la sua abilità creativa, traducendo attraverso il segno i temi della sua poesia.
Tra le opere esposte “Deux”, datata 1950 e vicina allo stile di Jean Cocteau, personalità significativa per la formazione culturale di Ferlinghetti in quegli anni.
Origini. Americano di origini bresciane, Ferlinghetti, 98 anni, vive oggi a San Francisco e ha viaggiato molto tra l’Europa e gli Stati Uniti; la mostra in questione mette tra l’altro in evidenza un aspetto legato al mondo letterario del nostro Paese, ovvero l’impegno portato avanti nel secolo scorso dalla scrittrice Fernanda Pivano, amica dell’artista, nella traduzione dei testi degli autori della Beat Generation, tra i quali anche Ferlinghetti ovviamente, ponendoli all’attenzione della critica e consentendo loro grande visibilità. Un sodalizio, quello con la Pivano, che porta il maestro al desiderio di riscoprire le proprie origini italiane e che lo spinge nel 2005 a recarsi a Brescia, per cercare la casa dove nacque suo padre. .
Sezioni. Suddivisa in quattro sezioni, l’esposizione si sofferma inoltre sul rapporto tra Ferlinghetti e gli altri protagonisti del movimento “Beat”, tra cui Jack Kerouac, Gregory Corso e Allen Ginsberg, documentato da alcuni storici scatti e inediti video, che ricostruiscono i momenti più significativi di un’epoca che ha segnato non solo la storia americana, ma quella di intere generazioni di tutto il mondo occidentale, a cavallo tra gli anni ’50 e ’70.
La mostra “A life: Lawrence Ferlinghetti. Beat Generation, Ribellione, Poesia” sarà aperta al pubblico in Santa Giulia sino al 14 gennaio 2018, dal martedì alla domenica dalle 9 alle 18; il giovedì apertura fino alle 22.