Tiziano: la grande mostra di primavera
Il 21 marzo l’inaugurazione dell’esposizione curata da Francesco Frangi e dedicata al grande pittore veneto e alle sue influenze sulla pittura bresciana
Conto alla rovescia per la grande mostra della primavera, allestita nel Museo di Santa Giulia, dedicata a “Tiziano e alla pittura del Cinquecento tra Venezia e Brescia”. Il progetto espositivo, che sarà inaugurato il 21 marzo, ruoterà attorno al grande pittore veneto, in ragione innanzitutto delle sue due fondamentali imprese bresciane: il polittico realizzato per il vescovo Altobello Averoldi tra il 1520 e il 1522 nella collegiata dei Santi Nazaro e Celso, e le tre tele con le Allegorie di Brescia, realizzate molti anni dopo, negli anni sessanta del Cinquecento, per il salone della Loggia, andate poi distrutte durante l’incendio del 1575.
Riapertura. Alla mostra è strettamente collegata la riapertura della Pinacoteca Tosio Martinengo, finalmente nella sua sede storica di Piazza Moretto, dopo nove anni di chiusura, nelle cui collezioni sono presenti alcuni straordinari esempi della cultura artistica di Brescia e Venezia nel Cinquecento. L’esposizione prosegue la tradizione delle mostre dedicate ai grandi maestri della pittura antica e sarà l’occasione per valorizzare i capolavori di Tiziano, per ripercorrere l’eco suscitata dalla sua opera presso i maggiori pittori bresciani del tempo, da Girolamo Romanino al Moretto e a Giovan Girolamo Savoldo. “Tiziano e alla pittura del Cinquecento tra Venezia e Brescia” permetterà di ripercorrere, in modo appassionante, l’influenza che il grande pittore ebbe sugli sviluppi della pittura bresciana. Il complesso Averoldi, infatti, rappresenta uno spartiacque nella storia della pittura bresciana del Cinquecento, in quanto il suo arrivo in città provocò reazioni a catena negli esponenti più ricettivi dell’arte locale. Lo dimostra il fatto che tanto la formazione di Romanino, collocabile a partire dalla fine del primo decennio del Cinquecento, così come quella di Moretto, di poco successiva, si giocano in un rapporto costante con gli esemplari di Tiziano, conseguenza anche della giovanile frequentazione del contesto lagunare da parte dei due artisti.
Opere. Per rendere chiaro questo percorso il curatore della mostra, Francesco Frangi, ha selezionato oltre cinquanta capolavori, provenienti da importanti istituzioni museali, italiane e internazionali, come la Pinacoteca di Brera, il Museo Poldi Pezzoli e le Civiche Raccolte d’Arte del Castello Sforzesco di Milano, i Musei Capitolini e la Galleria Borghese di Roma, la Galleria Palatina di palazzo Pitti di Firenze, l’Accademia Carrara di Bergamo, il Museo di Palazzo Bianco e di Palazzo Rosso di Genova, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la Pinacoteca Ala Ponzone di Cremona, la Galleria Sabauda di Torino, il Museo del Prado di Madrid, il Liechtenstein Museum e il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Museo di Belle Arti di Budapest, il Museo Puškin di Mosca, la National Gallery di Washington.
Sezioni. Sono sei le sezioni tematiche in cui il curatore ha diviso la mostra: si parte con “La formazione di Romanino e Moretto e l’esempio di Tiziano”. La seconda sezione è dedicata a “Il Polittico Averoldi e il suo lascito”. Alla circolazione di modelli tra Brescia e Venezia: opere per la devozione e ritratti è dedicata la terza sezione. “La vocazione realistica dei pittori bresciani”, “Tiziano e la decorazione del Salone della Loggia” e “Dopo Tiziano. Committenze bresciane per Veronese, i Bassano e i maestro della Maniera veneta”.
Percorsi. La mostra si completa con alcuni percorsi sul territorio I primi due si snodano per la città, con tappa “obbligata” nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso. Al proposito il parroco, mons. Giambattista Francesconi ha preparato un sussidio in cui, accanto agli orari di apertura della chiesa (la domenica dalle 12 alle 17.30, il lunedì dalle 9 alle 11 e dalle 15 alle 17.30. Dal martedì fino a venerdì orario continuato dalle 9 alle 18; giovedì fino alle 22; il sabato dalle 9 alle 17.30, ndr) ha anche inserito alcune brevi note che presentano il polittico Averoldi non solo come opera d’arte, ma anche per i suoi significati spirituali. Gli altri due i percorsi sono in provincia. Il primo si snoda dal Sebino alla Valle Camonica, il secondo, invece, è dedicato alle Terre della Bassa.