Sviluppo Sostenibile: 17 incontri
L’Università degli Studi di Brescia è tra i primi atenei ad organizzare un ciclo di seminari sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che impegneranno l’agenda delle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni sul fronte del miglioramento del benessere delle popolazioni. Il primo appuntamento ("Porre fine a ogni forma di povertà nel mondo") è giovedì 1 giugno alle 17.30
Promosso dal prof. Francesco Castelli, Delegato del Rettore alla cooperazione e sviluppo e titolare della Cattedra Unesco per la Formazione sanitaria nei paesi a basso reddito, il ciclo di seminari sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (agenda Onu 2030) viene aperto giovedì 1 giugno, alle 17:30, nel Ridotto del Teatro Grande, con l’incontro “Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo”. Introduce il Rettore, prof. Maurizio Tira. Dialogano Terenzio Maccabelli, docente di Storia del pensiero economico dell’Università degli Studi di Brescia e Giovanni Gozzini, docente di Storia contemporanea dell’Università di Siena.
"Con la firma di adesione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite nel settembre 2015 – dichiara il prof. Castelli – tutte le nazioni del mondo hanno contratto un impegno forte, che lega le generazioni ad un patto di alleanza per promuovere uno sviluppo economico, ma anche educativo, energetico e sanitario con un orizzonte temporale ben preciso, il 2030. L’Università degli Studi di Brescia – continua il prof. Castelli – ha voluto offrire alla propria comunità accademica e alla popolazione cittadina un approfondimento specifico per ognuno degli obiettivi nei confronti dei quali il mondo universitario gioca un ruolo essenziale nell'ambito formativo e della ricerca".
I nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile prendono il posto degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, lanciati nel 2000 ed orientati soprattutto alle problematiche sociali e sanitarie urgenti dei Paesi poveri, che hanno raggiunto risultati ragguardevoli. La nuova agenda mondiale 2030, senza dimenticare i Paesi del Sud del mondo i cui bisogni di sviluppo sono ancora prioritari, è indirizzata invece alla comunità mondiale nella sua interezza con un forte richiamo anche etico per un’azione comune finalizzata al benessere mondiale da coniugare tuttavia con la preservazione del pianeta a vantaggio delle generazioni future.
Primo obiettivo: sradicare le diverse forme di povertà nel mondo. "Quali sono le cause della povertà? Come possiamo misurarla? Come è mutata nel tempo? Quali sono i rapporti tra globalizzazione e povertà? Sono alcuni dei quesiti ai quali si cercherà di rispondere nel seminario – spiega il prof. Maccabelli –. L’intento è quello di riflettere sulla natura multidimensionale della povertà, prima di tutto le sue radici storiche, per arrivare a discutere le possibili linee d’azione che individui, Stati, istituzioni e imprese possono mettere in campo per contrastarla. La storia umana è costellata di grandi risultati nella lotta contro la povertà, ma molto c’è ancora da fare: storici, economisti e studiosi in genere della società possono contribuire fornendo elementi di conoscenza e di inquadramento, fattori fondamentali per evitare azioni controproducenti".
Entrando più nello specifico, il prof. Gozzini sottolinea l'importanza dei dati statistici e delle informazioni puntuali sulla povertà: "Come sono fatti i poveri del mondo? Vivono in città o in campagna? Come sopravvivono? Per rispondere a queste domande le banche dati oggi più affidabili sono gli "household survey" cioè le inchieste a campione condotte sul campo dalla Banca Mondiale in collaborazione con i governi nazionali e le organizzazioni non governative. Sono documenti in costante aggiornamento e affinamento fino dagli anni settanta del Novecento e ci forniscono risultati naturalmente molto diversi da paese a paese. Il dato forse più interessante è però comune: si tratta di famiglie con accesso irregolare e difficile al lavoro e all'istruzione ma che possono essere molto aiutate da politiche sociali mirate. L'unico enorme successo che abbiamo davanti nella lotta contro la povertà riguarda la Cina: dall'inizio degli anni ottanta 400 milioni di cinesi escono dalla povertà primaria (che include secondo la Banca Mondiale chi vive con meno di 1,9 dollari al giorno a parità di potere d'acquisto). In parte sono contadini che acquistano la libertà di produrre e vendere, in parte sono immigrati nelle città della costa. Non li ha aiutati un reddito di cittadinanza ma la possibilità di poter lavorare e potersi muovere".
I prossimi appuntamenti in calendario:
Giovedì 7 settembre, alle 17:30, “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile” – prof. G. Gilioli e prof.ssa C. Sorlini (Presidente Comitato Scientifico EXPO)
Ottobre 2017, “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” – prof. F. Castelli e dott. M. Raviglione (Organizzazione Mondiale della Sanità, Ginevra)
8 novembre 2017, “Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti” – prof. D. Simeone (Università Cattolica di Brescia) e prof. P. Orefice (Università di Firenze)